Politica

PRIMA PAGINA – Il bis di von der Leyen non è così scontato

di Giuseppe Ariola -


La riconferma di Roberta Metsola alla guida del Parlamento europeo con il risultato record di 562 voti a favore rappresenta un certamente un successo. Legare però questo risultato al voto di domani per il bis di von der Leyen come presidente della Commissione europea sarebbe un errore, perché per quanto riguarda la guida dell’esecutivo Ue la partita continua a giocarsi sul filo del rasoio. Basti guardare a come hanno votato ieri le varie delegazioni italiane che si sono espresse in maniera compatta sul nome dell’esponente maltese del Ppe, a partire dai partiti della maggioranza di governo. Una scelta unanime certamente non replicabile per quanto riguarda il voto sulla von der Leyen che, invece, vede tre posizioni differenti: il sostegno di Forza Italia, la netta contrarietà della Lega e una situazione di ancora sostanziale incertezza in Fratelli d’Italia. Dopo l’incontro di questa mattina tra la candidata in pectore e il gruppo dei conservatori, l’ordine imposto alla delegazione italiana dell’Ecr è quello di tenere le bocche cucite sugli sviluppi e su quelle che potranno essere le decisioni delle prossime ore. Secondo fonti qualificate della componente italiana nel gruppo dei conservatori, la partita è ancora aperta e la matassa non si sbroglierà prima delle dichiarazioni programmatiche che la von der Leyen esporrà giovedì al Parlamento europeo. La sensazione, infatti, è che nel corso delle consultazioni delle ultime settimane la presidente della Commissione, nel rincorrere un secondo mandato, abbia provato ad assecondare i desiderata dei vari gruppi e delle singole delegazioni nazionali, prendendo qualche impegno di troppo. E di certo non potrà mantenerli tutti. A partire dalla strategia in ambito ambientale per la quale sarebbe stata confermata una continuità rispetto agli ultimi cinque anni ai Verdi e alla Sinistra, mentre ci sarebbe stato l’impegno a rivedere alcuni dossier preso con l’Ecr e con gli esponenti del gruppo di alcuni paesi in particolare. Poi, ovviamente, c’è la partita delle deleghe da assegnare ai commissari che saranno indicati dai vari paesi che è diventata nelle ultime ore oggetto di trattative sempre più pressanti, anche – ma non solo – per quanto riguarda l’Italia. Su questo fronte, dalle voci che circolano tra i ben informati che si trovano in questi giorni a Strasburgo, la trattativa tra Giorgia Meloni e Ursula von der Leyen riguarderebbe, oltre a una delega pesante, anche la garanzia di una vicepresidenza esecutiva della Commissione da affidare all’Italia in cambio del supporto degli eurodeputati di Fratelli d’Italia. Se sulla carta la maggioranza tra popolari, socialisti e liberali può contare su 401 voti c’è infatti il sentore che i franchi tiratori possano minacciare la rielezione dell’esponente del Ppe, tanto più dopo la presentazione del programma, quando sarà chiaro, al di là delle promesse dispensate negli ultimi giorni, dove si andrà veramente a parare. Da qui la necessità della von der Leyen di lavorare ai fianchi dei rispettivi gruppi e, al contempo, anche dei singoli stati comunitari, così da assicurarsi i numeri necessari a superare il voto a scrutinio segreto al di fuori del perimetro della maggioranza e pur senza stabilire quella “cooperazione strutturale” che ha escluso, per fare un esempio, parlando dell’Ecr. Quel che appare certo è che tra le fila dei conservatori la delegazione ceca e quella fiamminga sosterranno l’attuale numero uno della Commissione, mentre i polacchi, che pure cinque anni fa avevano appoggiato l’esponente della Cdu tedesca, sembrerebbero questa volta orientati per un uno voto contrario. Almeno ufficialmente. Per quanto riguarda invece la maggioranza, al momento a sfilarsi sono stati i sei liberali irlandesi e qualche defezione è stata annunciata anche tra le file dei popolari. Bisognerà vedere cosa faranno i socialisti, soprattutto quelli che soffrono maggiormente l’asse franco-tedesco che da anni riesce a imporsi nelle dinamiche europee. Insomma, i giochi sono ancora aperti e l’esito del voto di giovedì appare tutt’altro che scontato.


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