Economia

I POTERI CORTI – Il basso valore contro “terzi”

di Marco Travaglini -


Avete presente quando andiamo in tabaccheria a giocare numeri e avvertiamo quel po’ di adrenalina dovuta alla (falsa) speranza di vincere?
Ecco, è proprio lì che, ad esempio, si cela uno dei principali drammi del nostro Paese, poco raccontato da chi vuole fare audience con le “s” di sesso e soldi, e di poca importanza per chi vede solo i problemi più grandi e non quelli (dei) più piccoli, molto diffusi e capillarizzati.
Il macchinario dove il tabaccaio inserisce la schedina viene assemblato in migliaia di pezzi in tutta Italia e la filiera dell’appaltante arriva fino a subappaltatori pagati sotto margine rispetto al costo dell’operaio e del suo output orario di produzione.
In filiere di basso valore aggiunto, come l’assemblaggio, ci sono migliaia di imprese in subappalto di grandi commesse pubbliche o di commesse derivanti da grandi industrie private (ad esempio, nell’automotive, si subappalta la produzione della rondellina del parasole dell’auto), dove gli imprenditori, “manovali e dipendenti” dai subappaltanti, senza possibilità di imposizione di prezzo, derivante dal basso valore aggiunto del loro lavoro, vivono situazioni finanziarie ed economiche devastanti per loro stessi, l’impresa, i dipendenti: tutte problematiche, queste, che hanno un’inevitabile ripercussione sociale.
Una di queste aziende nelle filiere indicate, aveva 400.000 euro di iva non versata per pagare contributi, stipendi e ovviamente costi fissi: il problema era anche dovuto al differimento di pagamento dei subappaltanti (che sfruttano tali piccoli anche facendogli fare da banca, con saldi spesso a 180 giorni), ma la causa principale era perché l’azienda lavorava sotto margine.
Falsa speranza novecentesca dell’imprenditore di avere un contratto solido con una azienda che vince una gara d’appalto nazionale (spesso solidità di orizzonti temporali cortissimi, anche solo di un anno se va bene); incapacità di generare valore aggiunto e spesso di calcolo dei margini per fare impresa; mancanza di deontologia e azioni spesso fuori dalla legalità, come lo stesso controllo dei prezzi di lavoratori o sotto prestatori d’opera (sub-subappalto per chi è appassionato di mondi oscuri sotto le acque limpide di superficie) sono tutte concause del disastro totale mal gestito da leggi su appalti portate avanti da politiche di ogni genere.
I vari Governi non sanno tutelare la miriade di casi, pervasivi nel territorio, la cui somma devasta non solo le realtà socio-economiche locali, ma anche le casse dello Stato (mancato versamento iva, congestione dei Tribunale e crisi di impresa di non poco conto).
Cosa fare? Intanto diffondere la cultura di fare impresa con valore aggiunto, scoprendo asset e attitudini dentro ognuna di queste imprese “manovali” e modellare prodotti e servizi differenzianti rispetto a contoterzismi, speculativi, che arricchiscono solo le casse di chi calpesta le speranze degli imprenditori pieni di merito e volontà ma necessitano, assolutamente, di metodo e conoscenza.


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