Iervolino va alla guerra di De Laurentiis contro i procuratori
DANILO IERVOLINO UNIVERSITA' PEGASO
Aurelio de Laurentiis traccia la rotta, Danilo Iervolino combatte la guerra. I presidenti dei club di A sono sempre più insofferenti nei confronti dei procuratori dei calciatori. In nome della buona battaglia, tutto è perdonato. Anche la corte, serrata e poi sfumata, del Napoli all’allenatore della Salernitana Paulo Sousa, che ha indispettito la società granata. Ma quando c’è da combattere, occorre unirsi. E le polemiche sono servite. L’ultima è sorta dopo l’intervista rilasciata dal presidente della Salernitana al Corriere dello Sport in cui ha puntato il dito contro Mario Giuffredi, il procuratore di due suoi tesserati, il portiere Luigi Sepe e il centrocampista Grigorios Kastanos. Iervolino ha proposto un ricorso alla commissione agenti contro l’agenzia di Giuffredi, la Marat, e non per questioni economiche. Bensì perché Giuffredi avrebbe rilasciato dichiarazioni non gradite in un’intervista. Parole interpretate, dal presidente della Salernitana, come una sorta di tentativo di far pressioni sulla società. “Nessun procuratore può dire ‘il mio giocatore se ne va’. Comanda l’agente?”, si è chiesto Iervolino che ha tuonato: “Ci sono atteggiamenti poco professionali, che vanno oltre il buon senso e anche il rispetto della privacy nel rapporto tra calciatore e club”. Secondo il proprietario della Salernitana è giunta l’ora di “porre un argine a certi comportamenti, discuterne in Lega e in Figc, allontanare gli agenti che ragionano così”.
Parole durissime, quelle di Iervolino, che pur riconoscendo che “tanti intermediari aggiungono valore al sistema” invita i “colleghi” presidenti a cui chiede più “coraggio” e di non “essere più ostaggio delle pressioni”.
Sta diventando un’abitudine, per Iervolino, quella di schierarsi fortemente per chiedere una riforma che limiti il potere di procuratori, agenti e rappresentanti dei calciatori. Un anno fa, in un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, il presidente della Salernitana invocò una rivoluzione: “Invito tutti i presidenti a sottoscrivere un autoregolamento che faccia chiarezza, inserendo limiti massimi sulle commissioni. È il momento di accelerare la rivoluzione. Dobbiamo essere tutti compatti nell’ideare un nuovo impianto regolatorio che premi le grandi professionalità che ci sono tra gli agenti, ma che tenga fuori tutti coloro che drenano denaro dal calcio in modo speculativo e disgustoso”. Dunque ha avvisato tutti: “Io non pagherò mai queste somme generate da un sistema marcio. E in questi giorni mi hanno dato ragione tanti agenti”. E c’era da credergli. Per una commissione, infatti, Iervolino in quel periodo licenziò il direttore sportivo Walter Sabatini, tra i protagonisti assoluti della cavalcata che aveva portato la Salernitana a cogliere una salvezza tanto storica quanto eroica, sportivamente parlando.
Iervolino ai presidenti di A: “Uniti contro gli agenti speculatori”
Ma quella di Iervolino non è una battaglia solitaria. Danilo Iervolino concretizza quello che tanti altri presidenti di A, a cominciare dal “vicino” Aurelio de Laurentiis, denunciano da tempo. Adl, a marzo scorso, aveva tuonato (ancora) contro i procuratori definendoli “un problema” del sistema calcio. Intervenuto a una conferenza alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università Vanvitelli tirò in ballo anche Gabriele Gravina e la Federazione: “Ho chiesto alla Figc di studiare una modalità per cui una società di calcio possa esercitare la procura di un calciatore, perché i contratti devono essere di cinque anni? Perché non posso farlo per otto? Un giocatore che cambia agenzia può rompere le palle ed il club può venderlo e pagare una grossa commissione. C’era Mino Raiola che prendeva 25-50 milioni di euro, poi è chiaro che arrivano i rischi del fallimento. Il discorso è semplice, qui abbiamo la Fifa e su Netflix abbiamo visto quanti miliardi si sono presi tra Ginevra e Zurigo, fuori da ogni giurisdizione europea. Poi si sa nel calcio come va, è un grande passe-partout”.
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