Idrogeno, i nuovi orizzonti dell’energia pulita. Intervista a Marco Mele (Sfbm)
Marco Mele
Quello dell’energia è un settore strategico che ha assunto sempre maggiore rilevanza negli ultimi anni, sia per motivi geopolitici che in ottica della transizione ecologica. Ne abbiamo parlato con Marco Mele, professore associato di economia, amministratore unico della Sfbm, società pubblica del gruppo Gse, a cui sono affidate specifiche competenze nell’ambito dei trasporti.
Il decreto energia approvato nel mese di febbraio ha affidato alla vostra società la ricerca per la sicurezza delle bombole ad idrogeno. Può spiegarci nel dettaglio in cosa consiste questa ricerca, quali tempi di realizzazione si prevedono e come avete intenzione di procedere
Il decreto energia ha affidato ad Acquirente Unico, per il tramite della Servizi fondo bombole metano, il compito di svolgere l’attività di ricerca e sviluppo sulla sicurezza delle bombole ad idrogeno per autotrazione. Si è così voluta sottolineare l’importanza di garantire la sicurezza delle bombole ad idrogeno che verranno installate sui veicoli sia pubblici sia privati. Il governo ha scelto la Sfbm perché da oltre 50 anni ci occupiamo del controllo, della revisione e del collaudo delle bombole a metano, installate su veicoli privati e autobus che circolano in Italia. E’ un incarico di grande rilevanza nel processo della transizione energetica, che non può prescindere dal considerare l’idrogeno come elemento fondamentale.
Parla molto della sicurezza…
Le bombole ad idrogeno sono soggette a pressioni molto superiori rispetto a quelle a metano, lavorano a pressioni che vanno dai 350 ai 900 bar. La molecola H2 è volatile e altamente infiammabile, da trattare con estrema accortezza e prudenza. E’ necessario dunque che sia un ente pubblico a studiare e sviluppare quei test idonei a garantirne l’utilizzo in piena sicurezza. Metteremo a disposizione la nostra esperienza sulle bombole a metano applicandola a quelle ad idrogeno, attraverso la ricerca sui test che andranno sviluppati. Parliamo della sicurezza dei cittadini che prenderanno un autobus alimentato ad idrogeno o guideranno auto ad idrogeno.
Qualche mese fa il Comitato Tecnico ISO vi ha affidato la sicurezza delle bombole. Che tipo di legame esiste tra metano, biometano e idrogeno?
Un incarico prestigioso di cui sono molto orgoglioso anche perché è stata scelta una società pubblica italiana tra le realtà di oltre 40 paesi di tutto il mondo. Dobbiamo effettuare i test per la sicurezza delle bombole in acciaio contenenti metano/biometano in miscela con percentuali crescenti di idrogeno. Uno studio importante perché il biometano può considerarsi un carburante ponte in grado di traghettarci verso l’idrogeno per un futuro sempre più green nel settore dei trasporti. Fermo restando che l’utilizzo di un elemento non esclude l’altro, anzi.
Si parla molto dei costi elevati dell’idrogeno, fattore non trascurabile.
Intanto quando parliamo di idrogeno per la transizione, parliamo di idrogeno verde, prodotto dalle rinnovabili. Purtroppo, oggi i costi sono elevati ma il processo tecnologico e scientifico ci ha insegna che, quando aumenta la domanda di un bene sul mercato, la sua produzione, grazie ai rendimenti di scala, avviene con costi unitari decrescenti. Questo avverrà anche nel caso dell’idrogeno che potrà rendersi competitivo rispetto agli altri carburanti.
Si è parlato tanto di nucleare, ora si parla tanto di idrogeno, cosa ne pensa?
Devono viaggiare sullo stesso binario, idrogeno e nucleare devono lavorare in sinergia. Il nucleare è un argomento molto complesso ma abbiamo l’urgenza di trovare soluzioni sostenibili per soddisfare la domanda di energia di tutto il pianeta. I progressi sul nucleare, in particolare sulle centrali di quarta generazioni, rendono l’opzione del nucleare di quarta generazione molto interessante rispetto alle centrali nucleari del passato.
Il nucleare oggi è definibile sicuro?
Una recente ricerca di Swg ha fotografato una percentuale crescente di persone favorevoli al nucleare rispetto al passato. Si inizia a comprendere che le nuove tecnologie garantiranno un maggiore livello di sicurezza.
Per chiudere, lei è in carica da gennaio 2023. Un bilancio di questo anno trascorso e quali sono i prossimi obiettivi?
La società aveva grandi potenzialità non sfruttate appieno. In questo periodo siamo passati da una perdita di 1 milione di euro ad un utile di quasi 2 milioni. Una volta messe in atto le politiche economiche e industriali che hanno permesso un aumento della produttività da una parte e una rigorosa spending review dall’altra, la società è diventata florida dal punto di vista economico.
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