Alleanze e identità: la ricetta di Bevilacqua per il futuro delle pmi
Nunzio Bevilacqua (Foto Imagoeconomica)
Le pmi devono ripartire dal coraggio, dalla consapevolezza di sé e del fatto che occorre fare squadra, senza per questo perdere la propria identità, per resistere e restare al centro del mercato del futuro. Al tempo delle crisi energetiche, delle minacce legate ai dazi e al ritorno del protezionismo in un mondo che, comunque, si è fatto più piccolo e dove la competizione resta serrata e feroce, la vera svolta per le piccole e medie imprese sarebbe quella di imparare a fare squadra senza, per questo, perdere né la propria identità aziendale né l’autonomia gestionale. Una sfida più facile a dirsi che a farsi. Ma una via maestra, obbligata, per garantirsi un futuro in un sistema economico sempre più competitivo, dominato dalle grandi aziende internazionali. E dove, in teoria, non sembra esserci spazio per le Pmi. Che, invece, potrebbero rilanciare, unendosi senza diluirsi, la loro sfida per il futuro. Ne è convinto Nunzio Bevilacqua, giurista d’impresa ed esperto di commercio internazionale che, questo proposito, è intervenuto al Convegno, organizzato da Noi Impianti consorzio stabile e Ig Group – Gruppo Iacolino, intitolato “La rivoluzione copernicana degli appalti: nuove sfide del mercato per le pmi italiane” che si è tenuto a Roma. Secondo il giurista, “il modello verso cui ci si è orientati è quello di una aggregazione performante delle Pmi ma che lascia, al tempo stesso, alle aziende la loro autonomia e identità”, quest’ultima ritenuta da Bevilacqua (e non solo da lui) il “vero valore distintivo del Made in Italy”. Riferendosi, poi al settore degli impianti, il giurista d’impresa ha proseguito affermando che il comparto presenta “nello specifico una caratterizzazione particolarmente tecnologica ma c’è una necessità di sopperire a carenze strutturali, logistiche ed organizzative che possano escludere le Pmi dalle competizioni del presente”. Una premessa fondamentale che può fungere da trampolino alla grande sfida che attende le piccole e medie imprese e, soprattutto, i loro dirigenti: “Per questo una messa a fattore comune delle competenze e qualificazioni delle Pmi, analisi di gare sempre più complesse, possono rappresentare la strada non solo per una crescita dimensionale ma per una maturità comportamentale affinché da dipendenza dalla grande impresa si passi ad essere una opportunità insostituibile, (da tutelare) per la stessa grande impresa, ma senza forme di sudditanza psicologica o gabbie mentali di poter operare solo in subappalto”. Coraggio, insomma, è la chiave per il futuro. E consapevolezza di sé: “l’Europa dovrebbe essere correttamente considerato un mercato domestico nel quale poter operare senza sentirsi all’estero”, ha chiosato Bevilacqua.
Iacolino: “Unire le forze per le sfide future”
“Oggi le gare d’appalto sono caratterizzate da una competizione impari tra le piccole e medie imprese (da un lato) e da aziende di grandi dimensioni e multinazionali (dall’altro). L’offerta economicamente più vantaggiosa – a parlare è l’imprenditore, a capo dell’omonimo gruppo, Giuseppe Iacolino – premia (mediamente) per il 90% la parte tecnica e per il 10% quella economica, attribuendo un peso notevole alle referenze dell’operatore economico. Per affrontare le sfide imprenditoriali del futuro, che vanno sempre più verso la grande impresa, occorre unire forze in un’adeguata ed efficiente azione di partenariato tra pmi”.
Zoppas: “Ottimismo per la ‘space economy'”
Intervento istituzionale per il Presidente dell’Ice Matteo Zoppas che ha sostenuto tutte le Pmi ad avere come riferimento l’Agenzia per i propri progetti di ampliamento degli orizzonti commerciali, ha manifestato un generale ottimismo per l’andamento del nostro export e per tutto l’indotto che la ‘space economy’ può generare anche per le imprese italiane.
Torna alle notizie in home