Attualità

I POTERI CORTI – Che cos’è la burocrazia?

di Marco Travaglini -


COS’E’ LA BUROCRAZIA – “Allora guardi, per chiudere la pratica dovrebbe far pervenire una relazione tecnica che spieghi di nuovo la relazione tecnica finale e tutte le relazioni tecniche degli stati avanzamento lavori”.
“Scusi? Ho capito bene? Devo inviare la relazione tecnica delle relazioni tecniche, che vi ho già inviato?!”.
È questo che accade al sottoscritto e, ahimè, a tanti. Il problema principale della burocrazia non risiede solo nei lacci e lacciuoli di leggi e decreti già discussi la settimana scorsa ma, principalmente, nella mancanza di preparazione, competenza, propensione alle buone pratiche ed alla qualità di chi è chiamato ad attuarle, vuoi per il basso impegno nel lavoro, vuoi per processi attuativi sbagliati, poiché pensati e progettati male.

Nel frattempo, sistemi obsoleti coesistono con il desiderio di voler digitalizzare anche il panino col salame: tutti elementi importanti da considerare, certo, ma il vero problema, per cui serve sempre forte intermediazione o grande formazione, ribadisco, è un problema culturale e di approccio.
Se l’addetto non legge bene le relazioni tecniche o non le legge affatto; se non carica bene le informazioni o le rimette parzialmente al collega; se dà per scontati passaggi importanti di comunicazione; se in fase attuativa il processo di passaggio informativo è sbagliato dall’ente e si raddoppiano controlli e controllori; se l’impegno nella qualità dell’archiviazione, della gestione e della comunicazione delle informazioni è insufficiente, a cosa serve parlare di digitalizzazione e semplificazione? Forse solo per imbambolare chi non sa e, poi, portarlo a dire: “il sistema è sbagliato”; “ci sono troppe leggi in Italia” ecc…

La burocrazia è un atteggiamento e una questione culturale che riguarda tutti, controllori e controllati: è vero che sovrapposizioni come quella in apertura partono dalla P.A., ma è altrettanto vero di imprenditori ed imprese (e cittadini) che non fanno un lavoro di qualità in ciò che serve ed è richiesto.
Trovo da ambo le parti troppa superficialità nella gestione dei processi e della comunicazione, nel leggere le relazioni o documenti ed in tutte quelle attività dove la qualità e la certezza del dato sono indispensabili per la corretta trasmissione di informazioni e conoscenza.
Il problema del nostro Paese è soprattutto di una cultura di servizi e (mancata) comunicazione, di non avere nel nostro DNA la propensione a processi collaborativi e non voler capire che solo lavorando bene si permette agli altri di fare bene. Se non capiamo questo a livello industriale, scolastico, di P.A. ecc.., saremo sempre indietro.

Spero che nel Liceo del Made in Italy ci sia almeno un’ora a settimana su questo, così da evitare che tale consapevolezza sia riservata solo a chi riesce ad educarsi da solo o ha la fortuna di avere vicino qualcuno che l’ha già fatta propria, ed è bravo non solo per il prodotto che fa, ma per la qualità dei processi, della comunicazione e dei servizi, che ne sono il complemento essenziale.


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