I nuovi ladri d’appartamento
I nuovi ladri d’appartamento
di TOMMASO CERNO
Chi sono davvero i ladri d’appartamento. E quando arriveranno. Sono due domande che noi italiani abbiamo il dovere (ma soprattutto l’interesse) a farci al più presto, per tentare di spiegare la sensazione che ci portiamo addosso ogni giorno di più. Quella cioè è di non avere più gli strumenti sufficienti per tirare a campare, pur avendo lo stesso lavoro di prima, la stessa casa di prima e la stessa auto di prima. E di non capire davvero in che direzione stia andando il mondo globale che avevamo eletto a nostro totem.
Finora ci siamo risposti che è la crisi. E questo presuppone che la precarietà sia transitoria e che prima o poi abbia un termine, riportandoci nella condizione di partenza. Ci dice che non succederà. Né fra poco, né fra molto tempo. Ecco perché L’identità 7 sta raccontando un fenomeno che rischia di far parte della vita di milioni di persone entro pochi mesi. E di cui nessuno parla. Mentre il dibattito si divide fra via Giorgio Almirante, il futuro di Andrea Giambruno, il giorno della memoria del colonialismo italiano e altre amenità del genere. Noi al contrario cerchiamo risposte alla domanda: perché del futuro dei nostri patrimoni personali, dei nostri mutui e dei nostri sogni non si occupa nessuno. Risposte che mettano in ordine i tanti fatti che ogni giorno le cronache economiche ci raccontano come fossero fenomeni isolati, indipendenti uno dall’altro. Ma non è così. C’è uno tsunami al largo dell’Italia che sta montando, ora dopo ora. E che ha come rotta il mattone che ha reso il nostro Paese per decenni il simbolo del risparmio e della proprietà privata.
Un modello che abbiamo raccontato e celebrato per anni, che sembra ormai giunto al capolinea. C’è un’onda anomala fatta di quattrini sonanti, e messi insieme da 42 fondi sovrani con finalità immobiliare di 31 paesi stranieri che hanno in cassaforte una cifra da capogiro: 4.500 miliardi di euro pronti a essere immessi sul mercato, pari a tre volte il famoso Pil italiano su cui si calcola lo sforamento del debito pubblico e che di fatto imbriglia i governi quando devono mettere mano ai conti per proporre una manovra economica che aiuti il Paese. Sono i soldi che serviranno per rastrellare l’ultimo bene rifugio italiano, la casa di molti di noi, che non abbiamo ancora finito di pagare, e che fra tassi alle stelle e inflazione galoppante a fine mese non riusciamo a reggere la rata.
E così apriremo la porta a un signore che avrà in mano un assegno e che sopra ci scriverà il prezzo che vuole, sapendo che lui ha più soldi di quanti abbia lo Stato in dieci anni per dare a me un incentivo anche minimo per arrivare a fine mese. In uno scenario così ci si aspetta un’Europa che si fa in quattro per proteggere gli investimenti dei singoli cittadini, gente che ha faticato per mettere insieme un progetto di vita e che oggi rischia di vederlo sfumare. Al contrario ci troviamo una Commissione guidata da Ursula von der Leyen a Bruxelles che di fatto sta fornendo comburente al combustibile finanziario che è già stato immesso nel serbatoio della macchina dei nuovi padroni d’Italia.
Il primo è la transizione energetica delle case. Mille miliardi che i proprietari dovranno investire per adeguarsi alle regole. E che non ci sono sui loro conti correnti. Il secondo è la pressione europea perché il governo alzi le tasse sulla casa, con la scusa di ridurre il cuneo fiscale. Le due cose insieme portano all’inchiesta che leggete: i ladri d’appartamento. Il sistema creato ad hoc per entrare in Italia a breve e fare man bassa di una fetta enorme del nostro patrimonio immobiliare. Trasformando il Paese dei proprietari in un paese di inquilini.
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