Attualità

I nuovi battezzati del Giubileo della Speranza

di Andrea Canali -


In questa epoca così frenetica il Santo Padre Francesco ci esorta nel Giubileo della “Speranza” e quindi, attraverso essa, a “Ricominciare”. Questo è il monito che ha lanciato durante la prima udienza giubilare di questo Anno Santo 2025, nell’Aula Paolo VI. Il Papa ci ricorda quindi che attraverso le udienze giubilari del sabato si vogliono “idealmente accogliere e abbracciare tutti coloro che da ogni parte del mondo vengono a cercare un nuovo inizio. Il Giubileo, infatti, è un nuovo inizio – ha evidenziato Francesco -, la possibilità per tutti di ripartire da Dio”. “Con il Giubileo si comincia una nuova vita, una nuova tappa”. “In questi sabati vorrei evidenziare, di volta in volta, qualche aspetto della speranza”, ha annunciato il Santo Padre. Il Giubileo deve portare anche “la speranza per la nostra casa comune, questa nostra Terra tanto abusata e ferita. La speranza per tutti gli esseri umani sta nella differenza di Dio” e “la sua grandezza è diversa. E noi ricominciamo da questa originalità di Dio, che è brillata in Gesù e che ora ci impegna a servire, ad amare fraternamente, a riconoscerci piccoli”, ha aggiunto papa Francesco. “Sono molti gli ’Erode’ che ancora contrastano il Regno di Dio. Gesù, però, ci mostra la strada nuova delle Beatitudini, che sono la legge sorprendente del Vangelo”. Lo ha detto il Papa sottolineando che “il più piccolo, nel Regno di Dio, è grande”. Gesù “ci impegna a servire, ad amare fraternamente. Preghiamo per la pace, non dimentichiamo mai che la guerra è una sconfitta, sempre. Preghiamo per i Paesi in guerra”.
Il giorno seguente che corrisponde alla domenica 12 gennaio cadente dopo la solennità dell’Epifania si ricorda il Battesimo di Gesù nel fiume Giordano in cui viene glorificato dallo Spirito Santo. Infatti, con il Battesimo di Gesù, si conclude il Tempo di Natale e l’inizio dell’attività pubblica del Nazzareno. Giovanni Battista, il precursore, battezza Gesù. Al tempo stesso emerge la sua accettazione della missione di servo sofferente che era stata prefigurata nell’Antico Testamento. Nella giornata quindi del 12 gennaio ricorrenza del Battesimo di Gesù: “Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?” esclama Giovanni Battista quando vede Gesù, già sapendo, di non potergli dare il battesimo e quindi afferma: “Io vi battezzo con acqua; ma viene uno che è più forte di me, al quale io non sono degno di sciogliere neppure il legaccio dei sandali; costui vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco” (Lc 3,16). Il Battesimo del Signore nel fiume Giordano si configura quindi come un’altra epifania. Durante questo evento Gesù viene manifestato come il Messia atteso e Figlio di Dio. Lo Spirito infatti scende su Gesù, rimane con lui ed attesta chi egli è. Quindi Papa Francesco anche quest’anno nella Capella Sistina ha battezzato, come da tradizione, 21 bambini e, rivolgendosi ai genitori, ha detto: “Se hanno fame, allattateli, che non piangano. Se hanno troppo caldo, cambiateli… Ma che si sentano a loro agio, perché oggi comandano loro e noi dobbiamo servirli col Sacramento, con le preghiere”. E ancora: “Oggi, ognuno di voi, genitori, e la Chiesa stessa date il dono più grande: il dono della fede ai bambini”. I 21 neonati che hanno ricevuto il Battesimo, accompagnati dai genitori e da padrini e madrine, sono tutti di persone degli ambienti vaticani. Quindi, sotto la volta del Giudizio Universale, hanno risuonato i loro pianti, ed anche i loro nomi come Riccardo, Maurizio, Vittoria, Anna Vittoria, Angelo, Gabriele, Flavio, Sofia, Tancredi, Giulio, Lorenzo, Diana, Alessandro, Marco, e anche Giorgia. Il Papa, coadiuvato nella cerimonia dai cardinali concelebranti Konrad Krajewski e Fernando Vergez Alzaga e dai suoi due segretari, celebra il rito con semplicità. La speranza quindi, vedendo questi bambini che rappresentano il futuro dell’umanità, è che non perdano mai la speranza appunto, perché come affermava anche Sant’Agostino: “La speranza ha due bellissimi figli: lo sdegno e il coraggio. Lo sdegno per la realtà delle cose, il coraggio per cambiarle”.


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