Editoriale

I nuovi barbari e Valditara

di Adolfo Spezzaferro -


Si fa un gran parlare della circolare da qualche giorno della circolare del ministro dell’Istruzione Valditara che vieta l’uso nei documenti ufficiali dell’asterisco e dello schwa, retaggio dell’ideologia woke (durata per fortuna un battito di ciglia finte). Lo dice pure l’Accademia della Crusca – sottolineano dal ministero – che quei simboletti gender non sono previsti nell’italiano. Ecco un passaggio della nota: “Tali pratiche non sono grammaticalmente corrette e che il loro impiego, specialmente nei documenti ufficiali, ostacola la leggibilità e l’accessibilità dei testi. L’uso arbitrario di questi simboli introduce elementi di ambiguità e disomogeneità rendendo la comunicazione meno comprensibile e meno efficace. Il ministero invita, pertanto, tutte le istituzioni scolastiche a mantenere l’uso di un linguaggio corretto e accessibile, nel rispetto delle norme linguistiche vigenti”. Nulla da eccepire – è distillato di puro buon senso. La vera notizia però non è tanto che giustamente questi obbrobri spariscano dalla grafia ma piuttosto che – al di là del fatto che in effetti si è creata confusione nell’uso del genere maschile e femminile in italiano, dove per esempio rivolgendoci a 17 donne e un solo maschio dobbiamo dire “siete pronti?” -, la nostra lingua madre ormai i nostri studenti non la conoscono più. Il ministro, a cui riconosciamo il merito di voler riportare l’umanesimo nell’istruzione, vuole che l’italiano sia leggibile e comprensibile. Bene. Ma noi vogliamo anche e soprattutto che a scuola l’italiano venga insegnato bene. I dati sono allarmanti: il 43,5 per cento degli studenti italiani (dati Censis) non ha competenze minime in italiano. Non stiamo parlando quindi di sapere chi sia Dante o Petrarca, di distinguere L’infinito dal Cinque maggio. Stiamo parlando di conoscere il minimo sindacale di grammatica e sintassi. I nostri giovanissimi non sanno (più) scrivere in italiano. D’altronde basta leggere come si esprimono sui social o su WhatsApp. I nuovi barbari. Magari non ve lo ricordate, ma a scuola ci hanno insegnato che i “barbari” per gli antichi greci erano coloro che balbettavano la loro lingua madre. Tutti coloro che non abbracciavano la koinè (la lingua comune, che oggi è l’inglese) erano fuori dai giochi. Voi direte: eh però, i nostri giovini non conoscono l’italiano ma sono delle cime in inglese. #certocerto


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