I gay non si chiudano ma Rocca vada e ascolti
di CLAUDIA MARI
In questi giorni ancora una volta stiamo assistendo al solito teatrino in vista del Pride. Il Presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, ha tolto il patrocinio della Regione e il Circolo Mario Mieli, organizzatore della manifestazione si è arrabbiato. Poi giù articoli su articoli che mostrificano il povero Rocca, reo di pensarla diversamente dal manifesto del Pride sulla maternità surrogata e desideroso di non sbilanciare su un tema controverso e dibattuto anche nel mondo lgbt, un’Istituzione pubblica. Ci sarebbero molte cose da dire, ma ci limiteremo a una. Francesco Rocca è uomo che ben sa cosa siano i diritti umani e civili. Ed è tra coloro che guardano al mondo con occhi attenti alla sofferenza umana, compresa quella di chi viene perseguitato perché omosessuale. La sua storia di impegno e anche il suo presente parlano per lui qualora ce ne fosse bisogno. Ma il peccato che non gli viene perdonato, annoverandolo ora tra pericolosi fascisti che vogliono reprimere i diritti lgbt, è quello di aver espresso la sua posizione istituzionale su un tema che dovrebbe appassionare anche la comunità gay e sul quale invece si fa pericolosamente ideologia. Un modo di non discutere che ancora una volta chiude le porte di una manifestazione, quella dell’orgoglio gay o lgbtq+ ad una visione minoritaria e settaria che allontana, ma questo avviene ormai da tempo, tanti gay da una comunità che perde pezzi e centralità politica. Si potrà pure riempire la piazza del Pride di volta in volta di manifesti contro il “mostro” di turno, ma si perderà quella vocazione libertaria e per certi versi rivoluzionaria che dovrebbe essere propria dei gay e di chi ha a cuore i diritti civili. Cacciare dai Pride a priori chi la pensa diversamente politicamente, fare piattaforme ideologiche non è manifestazione di orgoglio ma di stupidità. Il movimento gay storicamente è altra cosa e dovrebbe proiettarsi ad essere interlocutore anche di una destra che altrimenti viene consegnata all’ideologia anti gay. Rocca avrà pure ritirato il patrocinio della Regione Lazio, ma non appartiene sicuramente al novero di quella politica che mette nella sua agenda l’omofobia. Tutt’altro. Per questo, da uomo di destra, dovrebbe essere ben accetto nella piazza del Pride, come tutti coloro che da gay non stanno esattamente sul carro delle ideologie. E’ tempo per il movimento lgbtq+ di fare politica e non di marciare con le bandierine identitarie che non rappresentano più la vera identità di un popolo, quello gay che in larga parte vota anche a destra.
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