Cultura & Spettacolo

I consigli del Libraio – La vita è come un viaggio di un viandante nella notte

di Redazione -


di GABRIELE GRAZI

“Viaggiare è proprio utile, fa lavorare l’immaginazione. Tutto il resto è delusione e fatica. Il viaggio che ci è dato è interamente immaginario. Ecco la sua forza. Va dalla vita alla morte. Uomini, bestie, città e cose, è tutto inventato. E’ un romanzo, nient’altro che una storia fittizia. Lo dice Littré, lui non sbaglia mai. E poi in ogni caso tutti possono fare altrettanto. Basta chiudere gli occhi. E’ dall’altra parte della vita.” L’esergo di Viaggio al termine della notte di Louis-Ferdinand Céline. Lo trovo bellissimo: il ritmo dato dalle pause della punteggiatura, i cambi di tono, la poesia sottile e potente che si staglia da ogni parola. Céline è riconosciuto come uno dei più importanti scrittori della storia, senza dubbio il massimo cantore della bestialità, degli orrori, dell’abisso della guerra. Ha combattuto e si è distinto nella prima guerra mondiale, dalla quale è uscito ferito gravemente nel corpo ma soprattutto nello spirito. Centinaia di pagine si sono scritte per analizzare la cartella clinica di Céline e per completarla nelle sue lacune, così come del resto altrettanti fiumi di inchiostro sono stati utilizzati per comprendere la sua biografia e il suo stato psicologico.

L’impressione è che l’enorme lavoro di critica letteraria che è stato fatto sulla sua persona, ancor più forse che sulle sue opere, nasconda il tentativo di rivalutarlo e assolverlo dal grande peccato di cui si macchiò: la vicinanza al nazismo. Durante la seconda guerra mondiale infatti restò in Francia, a Parigi, sotto il dominio tedesco e fu uno degli intellettuali stimati che frequentò gli alti gerarchi della svastica. La sua storia è un romanzo, andate a leggerla. Tra colpi di scena, matrimoni, esilio e guerre, così come la sua professione che è sempre stata quella del medico degli ultimi, della povera gente. Contrasto che balza agli occhi forte come la complessità di ogni vita umana che lui ha raccontato senza ipocrisie, senza retropensieri, cercando sempre la verità dell’esistenza, insondabile forse nel suo essere composta irrimediabilmente da luci e tenebre, dal bene e dal male, dalla lucidità e dalla paranoia.

Il Viaggio è proprio questo, il racconto dell’alter ego di Céline sulla sua partecipazione alla guerra e il suo essere per sempre reduce. Troverete infinite analisi del suo stile narrativo, totalmente innovativo grazie all’utilizzo del gergale tratto dal parlato del tempo che si framezza alla poesia dei suoi slanci di pensiero, e un affrontare le vicende con il tono del cronista che riporta fatti da cui prorompe un umorismo nero fortissimo, al di là del bene e del male. Forse Céline è stato un super-uomo, forse un povero diavolo psicotico, forse un delinquente dotato. Non sta a me giudicare. Io non posso che consigliarvi di leggere tutto quello che troverete scritto da lui, così potrete anche voi schierarvi tra le rispettive tifoserie. Fortunatamente è stato riconsegnato (altra vicenda da romanzo) un corpo di migliaia di pagine scritte di suo pugno che si pensavano perdute, per cui sono in corso di pubblicazione molti suoi romanzi inediti. Il suo spirito si è smarrito nella notte ma la sua opera è riuscita ad attraversarla e ad uscire per vedere l’alba. Il mio consiglio su come leggerlo: guardatevi dentro e scoprite in quale notte vi porterà il vostro viaggio.


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