Esteri

I colloqui Usa-Iran sul nucleare si terranno a Roma

di Ernesto Ferrante -


Sarà Roma ad ospitare il secondo round di colloqui sul nucleare iraniano. Ill primo si è tenuto il 12 aprile in Oman. Sabato prossimo nella capitale ci saranno l’inviato di Donald Trump, Steve Witkoff, il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi e il ministro degli Esteri omanita, Badr Albusaidi, che ha il compito di mediare tra Washington e Teheran.

Due giorni fa, il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani aveva confermato l’indiscrezione di Axios: “Abbiamo ricevuto la richiesta delle parti interessate e dell’Oman che svolge il ruolo di mediatore e abbiamo dato una risposta positiva”.

L’ufficialità è arrivata dalla tv di Stato iraniana: “Il secondo round di colloqui sul nucleare tra Iran e Usa si terrà sabato prossimo a Roma” e “i colloqui saranno condotti dal ministero degli Esteri dell’Oman”.

Tajani dovrebbe avere incontri separati con l’inviato americano Witkoff, con il ministro degli Esteri iraniano Araghchi e con il collega omanita Albusaidi.

Nella stessa giornata, per il capo della diplomazia italiana è prevista una conversazione telefonica con Rafael Grossi, il direttore generale dell’Aiea.

“I negoziati procedono in modo regolare” e “saremmo lieti se si arrivasse a un accordo”. Si è espresso così il presidente iraniano, Masoud Pezeshkian, relativamente a una possibile intesa con gli Usa.

Una posizione più morbida rispetto a quella della Guida suprema iraniana, l’ayatollah Ali Khamenei. “Non siamo né eccessivamente ottimisti né eccessivamente pessimisti riguardo a questi colloqui – ha affermato Khamenei – Naturalmente siamo molto pessimisti riguardo all’altra parte, ma siamo ottimisti riguardo alle nostre capacità”.

L’arricchimento dell’uranio da parte dell’Iran è “non negoziabile”, ha ribadito Abbas Araghchi dopo che Steve Witkoff ne aveva chiesto l’interruzione in vista di un nuovo faccia faccia tra i due.

Parlando al termine di una riunione di governo, il ministro è stato chiaro: “Siamo pronti a costruire fiducia in risposta a possibili preoccupazioni, ma la questione dell’arricchimento non è negoziabile”.

Secondo alcuni media americani, nella squadra di Trump è in atto un confronto tra i sostenitori del dialogo con l’Iran e gli “interventisti”.


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