Cultura & Spettacolo

I calanchi delle argille azzurre. Le opere ispirate al territorio amato da Leonardo

di Alessandra Iannello -


Era il 1503 quando Leonardo da Vinci definì i calanchi romagnoli, i depositi argillosi subappenninici formatisi nel Pliocene a seguito del ritiro delle acque, “azzurrigno terren di mare”.
Nel codice Hammer ne parla come di un suolo ricco di fossili marini e ne specifica la vocazione fittile, riferendosi specificatamente all’arte di fare boccali.
Da quel momento, quel territorio che comprende un’area geografica compresa tra i territori di Forlì, Faenza, Brisighella, Riolo Terme, Castel Bolognese, Imola e Castel San Pietro Terme ha generato grande interesse anche per lo sguardo degli artisti.
Una selezione delle opere ispirate dai calanchi azzurri è in mostra fino al 22 giugno presso le Collezioni Comunali d’Arte del Settore Musei Civici Bologna grazie al progetto espositivo itinerante “Azzurro fragile. I calanchi delle argille azzurre nell’arte contemporanea”, un approfondimento affidato a importanti artiste e artisti italiani e internazionali che hanno vissuto, vivono, o frequentano assiduamente il territorio solcato dalle celebri argille azzurre.
La mostra, a cura di Matteo Zauli, è articolata in tre sezioni.
Si apre con un’ampia introduzione documentaristica che fornisce al pubblico informazioni storiche e naturalistiche su questo territorio, sottolineandone in modo appassionato il ruolo svolto nello sviluppo dell’artigianato e dell’arte ceramica fin dall’epoca romana.
Il percorso di visita prosegue con una sezione storica dove sono esposte xilografie, fotografie e disegni del faentino Francesco Nonni, figura poliedrica di pittore, decoratore, illustratore, incisore, ceramista e xilografo che già dal 1925 più volte aveva scelto i calanchi come teatro delle proprie raffinatissime opere.
In mostra ci sono anche due opere scultoree del suo concittadino Carlo Zauli, che proprio dai calanchi aveva tratto fortissima ispirazione per l’aspetto materico che caratterizza la sua scultura e tre collage su tavola del bolognese Giovanni Pini, artista “irregolare della pittura” che si è confrontato con tutte le esperienze artistiche più significative del secolo scorso, dalle Avanguardie Storiche all’Art Brut.
La sezione contemporanea presenta artiste e artisti legati fortemente ai territori delle argille azzurre con opere in molti casi prodotte appositamente per questo progetto e realizzate con diverse tecniche espressive.
Azzurro fragile rientra nel Festival dei Calanchi e delle Argille Azzurre, in programma a settembre 2025, ideato dal Museo Carlo Zauli e sviluppato insieme al Comune di Faenza.
Si tratta di un progetto di turismo culturale volto alla creazione di un Parco Culturale di valorizzazione del patrimonio naturale e culturale dei calanchi delle argille azzurre.


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