“I buchi della SPV li pagherà l’Irap” Tosi attacca Zaia
“L’aumento dell’Irap previsto dalla giunta del Veneto? È sbagliato aumentarla perché così le imprese pagano il buco causato da Zaia con la Pedemontana”. Va giù duro Flavio Tosi (nella foto), deputato veronese e coordinatore regionale di Forza Italia, all’annuncio dell’aumento dell’aliquota dell’imposta regionale sulle attività produttive, appunto l’Irap, che sarà approvato dalla giunta il prossimo 13 agosto. Giunta di cui fanno parte anche gli azzurri. Se Zaia ripete con pazienza che il “ritocco è inevitabile perché ai veneti ho lasciato 18 miliardi in tasca in 15 anni di governo non avendo mai applicato l’addizionale regionale Irpef che vale 1,79 miliardi di euro annui”, lo storico avversario prima dentro la Lega, adesso come leader di FI in regione, non gliele manda a dire. A sostegno di Zaia interviene l’assessore regionale alle Infrastrutture e Trasporti, Elisa De Berti, che è anche vicepresidente, la quale replica di essere stupita per le parole di Tosi perché “la manovra non c’entra nulla con la Pedemontana, il cui canone è pagato in parte corrente mentre l’Irap serve per gli investimenti in conto capitale, insomma, le parole di Tosi appaiono come una mera speculazione politica, tanto più che lui votò a favore del progetto Pedemontana”. Fatto sta che dentro la maggioranza che guida la Serenissima veneta c’è grande disagio. Vuoi perché il talismano Zaia non potrà ripresentarsi per il terzo mandato (anche se sarebbe il quarto visto che è in carica dal 2010); vuoi perché FdI rivendica il prossimo candidato a vestire i panni del governatore del centrodestra in forza del consenso ricevuto dagli elettori alle politiche e ribadito alle recenti europee; vuoi perché la stessa FI non sta a guardare e recupera consensi da quando Tosi è tornato a fare politica attiva sullo scacchiere regionale, di certo c’è che l’aria che si respira nella maggioranza non è delle più gradevoli. L’ex sindaco di Verona è un pragmatico che ha un grosso seguito tra i moderati veneti e per questo provoca grande disagio (anche se previsto) tra i leghisti l’attacco d’agosto dell’ex sindaco di Verona. L’assessore regionale al Bilancio e alla Programmazione, Francesco Calzavara, sottolinea che “per il quindicesimo anno consecutivo presenteremo un bilancio di previsione 2025-2027 senza maggiorazione all’addizionale Irpef di base, confermando la linea tracciata dal presidente Zaia. Quindi, non varia la pressione fiscale sui cittadini. È allo studio l’introduzione di una maggiorazione dell’Irap, imposta che si applica solamente alle attività produttive. Una manovra che si traduce in quasi 50 milioni di euro e che andrà a coprire una serie di priorità che sono emerse in quest’ultimo anno e necessitano di essere finanziate”. Per contro Tosi ripete che è “sbagliato far pagare alle imprese il contratto capestro sottoscritto col Consorzio Sis per la Pedemontana. Prima si sono generati buchi di bilancio adesso si vuole approvare una manovra del genere sotto Ferragosto, con i veneti perlopiù in ferie e le aziende chiuse, lo ritengo anche un segnale di poca trasparenza. Quanto al fatto che votai a favore della Pedemontana, va ricordato che eravamo negli anni Duemila e i presupposti erano diversi ”. L’operazione Spv è stata accidentata perché la Cassa Depositi e Prestiti ritenne non conveniente il finanziamento perché i flussi dei veicoli, che adesso hanno raggiunto i 70 mila giornalieri, non avrebbero pagato l’ingente sforzo economico. Così il Veneto optò per il Consorzio Sis di Torino, che in 39 anni si garantirà introiti complessivi per quasi 12 miliardi di euro, comprensivi dei costi di realizzazione, mentre la regione verserà un canone annuo che nella parte conclusiva sarà di oltre 400 milioni di euro. Alla conferenza stampa in cui l’assessore Calazavara ha presentato il conto dell’Irap per le aziende venete non era presente il governatore Zaia, che di solito non manca, mentre c’erano la vicepresidente De Berti, l’assessore alla sanità, Manuela Lanzarin e l’assessore con delega alla Pesca, Cultura e Sport, Cristiano Corazzari. “Su un totale di 184.249 aziende venete sulle quali è emersa l’ipotesi di applicazione della quota extra di Irap – analizza Calzavara -, per circa l’80% di esse la maggiorazione dell’aliquota sarà dello 0,10%, mentre per le restanti sarà dello 0,50%. Quindi, si passerà da una media di 14 euro in più all’anno di imposta per un bar, per arrivare a un massimo di 16mila euro se consideriamo il comparto farmaceutico”. Ma Tosi rimane ancorato sulle sue posizioni: “Zaia sbaglia ad aumentare l’Irap”.
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