De Laurentiis e quel pernacchio di Eduardo
A maggio Aurelio De Laurentiis festeggerà 75 anni. Barba curatissima, occhi guizzanti, un fascino di altri tempi. Lo zio Dino, da ragazzino, vendeva per strada gli spaghetti prodotti dal padre. Cresciuto a pane e cinema, De Laurentiis ha fondato con il padre Luigi la Filmauro (15 David di Donatello). Presidente a vita dei produttori mondiali, ADL nel 2004 si è imbarcato nel calcio risollevando il Napoli dal fallimento.
Da allora, i film e la squadra: forse unico caso in Italia, un Cda ove con la moglie Jacqueline Baudit e i figli Luigi, Valentina e Edoardo controlla i dividendi. E inarrestabile, la sua produzione di parole. La squadra scudettata nel 2023 sta vivendo le giornate più difficili e lui, con nonchalance da vero scugnizzo, lo definisce “un anno un po’ complicato”. Studiato l’anno scorso come artefice di una competente e abile gestione societaria, mentre il Napoli con il suo terzo allenatore dopo Spalletti è in affanno verso la zona Champions, ADL ne ha per tutti.
A un summit del Financial Times dice che “il calcio è malato, i campionati non sono abbastanza produttivi”. E come deve essere? “Gratis per tutti, a partire dalla diretta tv”. Gli agenti? “Un cancro”. Gli arbitri? “Dovrebbero dipendere dai club, non esiste che espellano un allenatore”. Il Mondiale per club? La miccia contro la Juventus: “Non le spetta”. Max Allegri si sfila: “Dipende dai risultati del Napoli” (che ha poi perso la sfida con il Barcellona per continuare la corsa nella Champions).
Come sono gli stadi? “Fatiscenti e non confortevoli”. Subito: “Non rifarò lo stadio Maradona, ne costruirò uno nuovo a Bagnoli. La prima partita il 15 luglio 2027, arriveremo tutti via mare per una grande festa. Saremo 60mila, in un’inaugurazione degna di Hollywood”. Per Il Napolista è una boutade: Più facile che il Napoli vinca la Champions che si inauguri lo stadio a Bagnoli tra tre anni. Lo storico capo tifoso Palummella lo avverte: “Lo stadio è come il Duomo di San Gennaro. Con questi annunci continui, manca di rispetto alla memoria di Maradona”.
Le ultime? Litiga con Dazn e Sky. Forse lo potrebbe riportare alla realtà il pernacchio di don Ersilio Miccio ne “L’oro di Napoli”. Ma Eduardo non c’è più.
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