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Hot parade

di Redazione -


Sale: Totò Schillaci. Non mollare, Totò. Il tumore non sarà mai più forte dell’affetto della famiglia, di una città (Palermo) e di una nazione intera che, dopo trentaquattro anni, ancora è innamorata di quegli occhi neri e spiritati, che a scomodare il latinorum non ne usciremmo più. Forza Totò Schillaci, faccelo il gol più bello di sempre.

Stabile: Jannik Sinner. Gelido come una nevicata su Meadows Flushing, il numero uno ha vinto anche l’Us Open. Ha trionfato, ha dato lezioni di stile e di sport. Per carità. E sì che, per farlo, aveva fatto arrabbiare tutti rinunciando alle Olimpiadi e ai colori dell’Italia. Il lusso non è per tutti. Solo per gente come Nole Djokovic. Ma è un’altra storia.

Scende: Thierry Breton. E’ preoccupato per il futuro dell’industria automobilistica europea a cui, però, tira le orecchie per non aver saputo spiegare ai clienti le delizie e i vantaggi dell’auto elettrica. E’ solo una questione di marketing, mica di costi astronomici, colonnine introvabili e autonomia ridotta. Ormai, dopo la lite con Musk a colpi di tweet, il commissario non ne imbrocca più una. E proprio quando ti senti perso che devi abbracciare ciò che ti resta di sicuro. L’Europa, per Breton, ha sempre ragione. Come ai bei tempi.

*di Simone Donati


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