Attualità

Hot parade

di Redazione -


di Simone Donati

Sale: Roberto Calderoli. Ammetto. Un brivido l’ho provato nel leggere che il ministro alle Riforme costituzionali, di fronte all’ipotesi di un referendum sull’autonomia nel Paese degli eterni dibattiti e delle soluzioni procrastinate ogni due per tre, ha replicato di fregarsene altamente e di non ritenere valide le firme raccolte online, manco si trattasse del congresso M5s.

Stabile: Mark Zuckerberg. Questa è difficile. Pare che il povero patron di Meta, che fa il bello e il cattivo tempo sui social in regime di semi-monopolio, abbia subito pressioni da parte della Casa Bianca e, in particolare, dal famelico presidente Joe Biden, un altro bel tomo. Questi nerd sono belli e cari ma sono come lo scorpione della favola: la loro natura vien sempre fuori.

Scende: Selvaggia Lucarelli. Se la fuffa fosse petrolio, l’Italia sarebbe la prima potenza globale. Se le scemenze che si scrivono online fossero energia elettrica, ogni anno gli italiani, anziché pagare le bollette tra le più salate d’Europa, si ritroverebbero in tasca un gruzzoletto niente male. E tutto grazie a chi, come la signora, pontifica sull’addio tra Arianna e Lollobrigida.


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