Hot parade
di Simone Donati
Sale: Stefano Cerioni. In un’Olimpiade in cui s’è parlato di tutto ma, soprattutto, di niente, lui resterà l’icona assoluta. Vico aveva ragione. Corsi e ricorsi storici. La sua protesta per lo scippo patito da Macchi lo consegna alla storia come la sedia alzata da Mondonico ai tempi belli del Toro. Contro le ingiustizie, in direzione ostinata e contraria.
Stabile: Ilaria Salis. Se n’è andata in montagna ma no, non è andata coi partigiani a combattere il fascismo immaginario di quest’epoca di cosplay politici. Ci è andata “per rigenerarsi” in attesa di “tornare a combattere”. Ritemprati, carissima onorevole. Ti vogliamo tosta e sul pezzo. Questa rubrica ha bisogno di te.
Scende: Bill Gates. E chi se lo aspettava. L’ennesima biografia non autorizzata rivela come il padre degli arricchiti della Silicon Valley, quelli che ci fanno la morale a ogni piè sospinto, era (ai suoi tempi) un provolone da competizione. L’ordine era di non lasciare le stagiste a portata di mano. Che poi le avrebbe formattate a dovere.
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