Attualità

Hot parade

di Redazione -


di Simone Donati

Sale: Giorgia Meloni. Cerasella straccia tutti. Potete dire quello che volete, ma lo spot della premier al banco frutta alle prese con le ciliege (e i meloni in campo lungo) è geniale. Perché, a prescindere, strappa un sorriso da un lato e, dall’altro, stana tutti i soliti snob, palloni gonfiati e sedicenti aristocratici con il ditino sempre alzato.

Stabile: Christine Lagarde. Manco il tempo di aprire le urne e Nostra Signora del Rigore torna a cantilenare la solita, tetra, litania. L’inflazione è ancora alta. Niente (altri) tagli per molto tempo ancora. A tutto detrimento dei signori che stanno nascondendo la verità da giorni: un taglietto picciò per domarli alle urne e nel rigore incatenarli.

Scende: Jannik Sinner. Oh, no. Il tennista più amato dell’Alto Adige diventa, fortunosamente e grazie all’infortunio dell’unico Goat contemporaneo e cioé il signor Djokovic, il numero uno al mondo. Ma la prima cosa che sa fare è perdere da fesso in semifinale al Roland Garros. Le colate di bava risalgono in disordine le valli discese con tanto e troppo zelo.


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