Hot parade
di SIMONE DONATI
Sale: Rocco Siffredi. Garrisce al vento, l’ultima bandiera del sentimento patriottico italiano. Dopo aver sovvenzionato amichettismi e roba da 14 spettatori, finalmente il Mic e Netflix hanno investito in una roba bella, interessante, figa: Supersex, la serie su Rocco Siffredi. Franceschini, stacce.
Stabile: Josep Borrell. Zang-tumb-tumb, cento e passa anni dopo. Pensavo de morì prima di vedere il signor Borrell Josep chiedere all’Europa non solo di armarsi, ma di farlo mettendo su industrie fumose e grintose. Manco fosse la reincarnazione, jamais di Ftm, ma di un de Gaulle coi trigliceridi troppo alti e senza né ussari blu né goumiers.
Scende: Giuseppe Conte. L’avvochéto del popolo s’è inabissato. Solo un miracolo ha consentito, in Abruzzo, al M5s di pigliare il 7 per cento. Giuseppi Conte, però, è furbo e va in immersione. Nessuno lo mette in discussione. A differenza di Salvini che piglia più di lui (ma poco) e che si ritrova contro tutto il (prima il) Nord incazzéto come non mai.
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