Cercapersone: Hezbollah giura vendetta a Israele, Furia Iran: “Atto di genocidio”
Hezbollah giura vendetta contro Israele dopo l’esplosione simultanea dei cercapersone. L’organizzazione ha parlato di “aggressione criminale” e ha promesso “una giusta punizione” a Tel Aviv. Il bilancio è drammatico: ci sarebbero almeno 9 morti, tra cui due combattenti e il figlio di un deputato di Hezbollah, Ali Ammar e quasi tremila feriti, e quasi tremila feriti. Tra questi ci sarebbe anche l’ambasciatore iraniano in Libano che, stando a quanto riporta Al Hadath, canale news saudita, avrebbe perduto un occhio a seguito dell’esplosione di un cerca persone. Tuttavia i pasdaran iraniani hanno seccamente smentito che il diplomatico sia rimasto ferito nell’incidente. Emergono, intanto, nuovi dettagli sul caso. Secondo il New York Times, che cita alcuni esponenti delle Guardie della rivoluzione iraniane, i dispositivi poi esplosi avrebbero suonato per una decina di secondi in modo tale da indurre chi li usava ad avvicinarli al volto per leggere il testo del messaggio. Poi sarebbero esplosi. Insomma un “piano” studiato per colpire il maggior numero possibile di nemici. Sempre secondo Al Hadath ben 500 militanti di Hezbollah avrebbero perso la vista a seguito dell’esplosione dei cercapersone.
Riemerge adesso, a distanza di poche ore dall’operazione Pager, il monito di Nasrallah (il cui ferimento è stato seccamente smentito) a sbarazzarsi “di tutti i cellulari” in quanto “sono agenti di morte”. Un avviso diramato già a febbraio scorso.
Intanto i media statunitensi riportano elementi che riferiscono che, dietro all’esplosione simultanea dei cercapersone di Hezbollah, ci sia proprio la mano di Israele. Secondo l’Associated Press, Tel Aviv avrebbe informato Washington dell’operazione. Hezbollah intanto non demorde e conferma la sua volontà di continuare “come tutti i giorni passati le sue benedette operazioni di sostegno a Gaza” riferendo che “questo percorso è in corso ed è separato dalla difficile resa dei conti che il nemico criminale deve attendere per il suo massacro di martedì”.
Il vicepremier italiano Antonio Tajani ora teme che la situazione “si fa più complicata” mentre arrivano da Teheran parole di fuoco all’indirizzo di Israele: “Una prova di genocidio – tuona il portavoce del ministero degli Esteri iraniano Nasser Kanaani-, Israele mette di nuovo a rischio la pace e la sicurezza della regione e ciò richiede un’azione internazionale urgente”.
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