Editoriale

Hamas e quei fantasm-Elly

di Tommaso Cerno -


Hamas e quei fantasm-Elly

di TOMMASO CERNO

È scomparsa dai radar. Desaparecida. La segretaria del Pd, Elly Schlein, è soprannominata al Nazareno “fantasm-Elly”. La ragione? Chiedetela a Hamas. Loro lo sanno bene. Sanno bene che la sinistra europea, se avranno un po’ di pazienza, finirà a forza di distinguo per appoggiare perfino loro, una struttura militare islamista di terroristi e tagliagole, che è riuscita nel vuoto pneumatico dell’Europa, della Nato e perfino degli Usa a proliferare e costruire un volto politico che, mentre noi disquisiamo del sughero dei tappi del vino, della farina di insetti e del granchio blu, ha catalizzato l’attenzione e il consenso di fasce sempre più larghe della popolazione palestinese.

E l’ha fatto perché in Occidente nessuno crede più che ci sia una sola testa politica in grado di dare alla Palestina quello Stato che gli era stato promesso. Con l’aggiunta di un fatto: siccome mentre noi entriamo nella fase di decadenza delle democrazie, almeno di quelle che avevamo conosciuto dopo la seconda guerra mondiale, pure i leader islamici moderati (questa parola comincia a darmi sui nervi) non rappresentano più nessuno e dovranno inchinarsi proprio a Hamas per restare popolari fra la gente arrabbiata del loro mondo. Basta guardare Erdogan, il Sultano da cui siamo andati a mendicare energia e mediazioni per l’Ucraina, quello che il buon vecchio Mario Draghi aveva chiamato “dittatore” (e aveva usato proprio la parola giusta) fra gli sguardi torvi e i silenzi pensosi dell’Europa.

Ecco, in tutto questo, la sinistra di Elly Schlein, che dovrebbe essere il faro culturale che ci guida nei tortuosi meandri della questione israelo-palestinese non sa più che lingua parlare. E si trova addirittura in piazze equivoche, dove fra la bandiera palestinese (che è un pezzo di storia dell’umanità) e quella della pace, spunta l’orrore dei vessilli dell’Isis, piazze dove l’antisemitismo si mimetizza dietro falsi slogan contro la globalizzazione e dove i moderati musulmani ci lasciano intendere che, per quanto usino belle parole in televisione, oggi stanno con i terroristi e sognano non più uno Stato pacifico da affiancare a Israele, ma la vittoria dell’islam in Terra Santa.

Vedere un partito di sinistra sguazzare nel caos culturale in questo modo mette i brividi. Eppure così è. Perché fantasm-Elly non ha la forza politica, né la storia personale, adatta ad affermare l’unica cosa che oggi un democratico vero può dire: se vogliamo che la via della pace fra Israele e Palestina riprenda, oggi dobbiamo eliminare Hamas dal quadrante politico mediorientale, ripristinare una Autorità nazionale palestinese credibile, senza Abu Mazen, che da quelle parti è considerato un anziano leader corrotto, sostituire Netanyahu non appena sarà possibile con un nuovo leader eletto democraticamente in Israele, per ricompattare uno Stato democratico sotto attacco terroristico e religioso in modo così violento, anche per le colpe oggettive del governo degli ultimi anni, delle politiche ambigue nei confronti di Hamas e per lo spostamento culturale verso gli ultraortodossi, che hanno cambiato il volto a Israele. Perché questo sia fattibile, quindi, oggi i veri filopalestinesi devono stare con Tel Aviv, pretendere il rispetto dei trattati- certo – ma anche rendersi conto che dall’altra parte della barricata non ci sono le crocerossine con la Convenzione di Ginevra sotto il braccio, bensì una banda di terroristi che prende ordini, soldi e armi dalla peggiore teocrazia esistente: l’Iran.


Torna alle notizie in home