Esteri

Hamas accetta la tregua per le vaccinazioni. Guterres: stop attacchi in Cisgiordania

di Ernesto Ferrante -


Sono almeno 17 i palestinesi uccisi in Cisgiordania nell’offensiva su larga scala lanciata dalle Forze di difesa israeliane (Idf). Otto persone sono morte a Jenin, quattro a Tubas e cinque a Tulkarem

Il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres si è detto “profondamente preoccupato per gli ultimi sviluppi nella Cisgiordania occupata, compresa l’offensiva militare su vasta scala lanciata da Israele”. Guterres ha invocato la “fine immediata di queste operazioni” e “condannato con forza la perdita di vite umane, comprese quelle di bambini”.

Il numero uno all’Onu ha rivolto un preciso monito alle autorità israeliane: “Tutti i feriti devono avere accesso alle cure mediche e gli operatori umanitari devono essere in grado di raggiungere chiunque ne abbia bisogno”. In una nota ha messo in rilievo anche il risvolto politico dell’operazione militare israeliana: “Questi sviluppi pericolosi stanno alimentando una situazione già esplosiva nella Cisgiordania occupata e stanno ulteriormente indebolendo l’Autorità Nazionale Palestinese”.

Il Segretario generale delle Nazioni Unite ha anche espresso preoccupazione per gli “atti e le dichiarazioni pericolose e provocatorie” del ministro estremista della Sicurezza Nazionale, Itamar Ben-Gvir, che ha guidato gli israeliani nell’assalto al complesso della moschea di Al-Aqsa e ha chiesto che lì venga costruita una sinagoga.

A lui si è unito idealmente da Bruxelles l’Alto rappresentante per la Politica estera dell’Ue, Josep Borrell: “Certamente ho avviato le procedure per chiedere agli Stati membri se considerano appropriato includere nella lista delle sanzioni alcuni ministri israeliani che lanciano messaggi d’odio inaccettabili contro i palestinesi e proposte che vanno chiaramente contro la legge internazionale e incitano a commettere crimini di guerra”.

Hamas ha accettato di osservare una “tregua umanitaria” di sette giorni a Gaza per effettuare una campagna di vaccinazione contro la poliomielite tra la popolazione locale. A riportare la notizia è il sito di notizie in lingua araba Al-Araby Al-Jadeed con sede a Londra. Fonti egiziane anonime citate dal portale sostengono che potrebbe iniziare a breve e durare per 3-5 giorni durante le ore diurne. Sarebbero esclusi i luoghi dell’enclave palestinese in cui operano i soldati di Tel Aviv.

Secondo l’emittente saudita Al-Sharq, i negoziati per la fine della guerra a Gaza, nella capitale del Qatar, Doha, hanno registrato alcuni progressi, ma “altri ostacoli rimangono”. I colloqui avviati mercoledì dai funzionari statunitensi, qatarini ed egiziani con omologhi “operativi” del Mossad, dell’esercito israeliano e dello Shin Bet riprenderanno nei prossimi giorni per cercare di arrivare ad un’intesa.

La difficoltà più grande, hanno rivelato gli informatori ad Al-Sharq, “ruota ancora attorno il corridoio di Philadelfia, che separa la Striscia di Gaza dall’Egitto”, dopo che “Hamas ha respinto la proposta israeliana di installare 4 torri di guardia lungo il corridoio durante la prima fase della tregua, che durerà 6 settimane”.

Progressi sono stati registrati in una serie di altri dossier, in particolare quello “del ritorno dei civili sfollati dal sud della Striscia al nord, lo scambio di prigionieri e la riapertura del valico di Rafah con l’Egitto”. Hamas “insiste sul ritiro completo di Israele dal corridoio di Filadelfia”.

L’esercito israeliano ha reso noto di aver distrutto l’80% dei tunnel nell’area di Rafah, nel sud della Striscia. Nella parte settentrionale di Gaza, invece, è stato reso inutilizzabile il 50% dei cunicoli.

“Riprendere gli attacchi kamikaze” contro lo Stato ebraico. Lo ha suggerito Khaled Meshaal, predecessore di Ismail Haniyeh come capo dell’ufficio politico di Hamas dal 1996 al 2017, durante una conferenza a Istanbul in Turchia. L’attuale situazione è “un conflitto aperto” da affrontare, ha dichiarato Meshaal, invitando i sostenitori del gruppo islamista a “prendere parte su vari fronti all’attuale resistenza contro l’entità sionista”.


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