Guerre e carovita, le grandi paure degli italiani
Agli italiani fanno paura le guerre e il carovita: Dopo aver digerito zampone e lenticchie, gli italiani tornano alla realtà e non credono per niente alla retorica dell’anno che verrà. Due su tre ritengono che il Paese non farà miglioramenti di sorta e addirittura il 40% degli italiani teme una recessione. I numeri del report Ipsos-Legacoop raccontano un Paese che si attende il peggio. Il 61 per cento degli italiani non ha fiducia nel cambiamento e la percentuale sale addirittura all’80% nei ceti popolari. Che, chiaramente, sono più preoccupati: il 42% ha paura della recessione e il 70% si attende un’altra fiammata sul fronte del caro vita, con rincari generali e generalizzati. Il mero passaggio da un numero, 2024, a un altro, 2025, non entusiasma gli italiani nemmeno sul fronte sicurezza interna (l’86 per cento non crede che la violenza in strada cesserà) ed esterna (l’84 per cento degli italiani pensa che le guerre non finiranno quest’anno) e neanche sul tema del cambiamento climatico (per l’82% dei cittadini non cambierà nulla) e delle diseguaglianze sociali (le forbici, sempre più ampie, tra ricchi e poveri rimarranno tali per l’81 per cento degli intervistati). Questo è un dato tra i più interessanti poiché si lega a quello sul rischio esclusione sociale. La paura di finire ai margini, ghermiti dallo spettro della povertà, sale al 71% per coloro che si identificano nel ceto popolare mentre per il 48% delle famiglie si contempla la possibilità che almeno uno dei suoi membri si ritrovi invischiato in lavori precari. Contestualmente, però, due italiani su tre riferiscono di non sentirsi preoccupati dalla situazione economica delle loro famiglie e il 70% dei cittadini ritiene che non cambierà lavoro e manterrà lo stesso standard retributivo dell’anno appena trascorso. Sempre che le guerre non accelerino facendo impennare, un’altra volta ancora, il carovita.
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