Guasto a Milano: le ferrovie vanno in tilt e Salvini fa scena muta
Ritardi a tre cifre, code di centinaia di persone agli sportelli di assistenza, treni fermi, circolazione in tilt. Non parliamo dell’ennesimo venerdì nero di scioperi – che c’è stato venerdì 10 gennaio – bensì di una sospensione della circolazione nel nodo di Milano che ha bloccato le ferrovie non solo del capoluogo lombardo ma di mezza Italia. Il tutto è stato causato, poco prima delle 8 di sabato, da un guasto tecnico alla linea elettrica presso la stazione di Milano Centrale. Secondo quanto riportato dopo i controlli del personale di Rfi – e dopo la conferma di mancanza di atti dolosi da parte della polizia – un treno ad alta velocità ha provocato un danno alla linea aerea con il pantografo. Poco dopo, un altro convoglio è passato agganciando la linea già danneggiata, amplificando il problema. La Polizia ha definito l’evento un incidente: nessuna manomissione e stavolta, nessun chiodo. Un incidente chiaramente imprevedibile, ma che tuttavia ha portato a disagi enormi, tanto per citarne alcuni: treni con ritardi fino a 180 minuti; 12 treni ad alta velocità bloccati; altri 15 bloccati e addirittura quattro cancellati. Problematiche che da Milano Centrale (e stazioni limitrofe) si sono ripercosse a Bologna, Venezia e Roma Termini dove pendolari e viaggiatori – anche senza passare per Milano – si sono ritrovati in attesa per decine di minuti, se non ore. L’unica linea “salva” è stata quella Milano-Torino, ma solo perché non è stata toccata dal guasto. Per tutto il resto c’è stato il blackout, da cui le ferrovie si sono riprese solamente con il passare delle ore e con la circolazione che è riuscita a riprendersi con andamento molto lento. E nel frattempo qual è stata la soluzione trovata da Trenitalia? Oltre ai kit di conforto con biscottini e succo di frutta, un bell’annuncio sul sito ufficiale che recitava: “Si consiglia di evitare o limitare gli spostamenti in treno a quelli strettamente necessari e di riprogrammare i viaggi rinviabili”. Alla lettura di questo messaggio mi trovavo esattamente all’interno di un Frecciarossa in cui ero salita a Roma alle ore 8.20 in direzione Bologna. E ci sono arrivata, con più di un’ora di ritardo, per poi scoprire dal tabellone che in quel sabato forse la fortunata ero stata io. Gli altri sarebbero arrivati lì o a Milano con una percorrenza di due ore in più. In questo caos, la calma arriva dal profilo “X” del ministro dei Trasporti Matteo Salvini, che stavolta non ha un commento da fare sulla vicenda, a differenza di quanto accade giornalmente. Peccato che quanto registratosi sabato rientrava nelle sue materie di competenza. E un riscontro dal ministro lo hanno chiesto anche, insieme ai cittadini danneggiati, le opposizioni: dal Pd ai Cinquestelle, passando per Italia Viva: “A chi darà la colpa stavolta?”, chiede Renzi, mentre dai dem viene invocata una interrogazione parlamentare. A difenderlo ci pensano i suoi “compagni” di Lega. Secondo i parlamentari del Carroccio i problemi alle ferrovie sono ereditari e Salvini con ben “14 ore di lavoro al giorno” sta “rimettendo in moto l’Italia”. Beh, immaginate se non fosse così, forse dovremmo optare per carrozze e cavalli.
Torna alle notizie in home