Giustizia

GRAVI INDIZI DI REATO – Nuove ombre sul “delitto del trapano”

di Francesca Petrosillo -


Una persona, due vite, stesso epilogo: è la storia del “delitto del Trapano” e di Antonella, al secolo Luigia Borrelli, vittima di un atrocità senza precedenti. Un cold case che dopo 29 anni, finalmente, trova una svolta. Nata negli anni Cinquanta in Sardegna, Luigia si trasferisce a Genova dove lavora come infermiera presso l’ospedale San Martino e lì che conosce Mario Arnaldo Andreini, padre dei suoi due figli. L’uomo prima di morire, nell’intento di aprire un bar si indebitò con degli usurai per circa 250 milioni di lire, un fardello, lasciato a sua insaputa a Luigia. Trovatasi sola, con due figli e un debito consistente sulle spalle, Luigia nel 1992 è costretta a prendere una drastica decisione: lasciare il suo impiego da infermiera per iniziare a prostituirsi sotto il nome fittizio di “Antonella”. Il 5 settembre 1995, Antonella, si reca presso lo stabile dove avrebbe dovuto incontrare un cliente, ma non sapeva che quelli sarebbero stati i suoi ultimi momenti di vita.

Il mattino successivo i carabinieri, allarmati dalla figlia Francesca, irrompono nel fondo e scoprono il cadavere di Luigia, immersa in una pozza di sangue, con i denti spezzati, diverse ecchimosi sul corpo e un trapano elettrico conficcato nella gola, in un ambiente evidentemente messo a soqquadro da quel che sembrerebbe esser stata una lotta tra aggressore e vittima. Il primo tra gli indiziati è il figlio di Luigia, Roberto, immischiato in giri loschi. Non trovando alcun indizio o prova su di lui, le indagini si spostano su Ottavio Salis, l’elettricista che operava nel locale di lavoro di Luigia, nonché proprietario del trapano che uccise la donna. L’uomo, nonostante alcune contraddizioni, si dichiara innocente, tesi confermata a posteriori dal test del DNA, arrivato solo dopo il suo tragico suicidio. Le indagini per il delitto del trapano per anni si sono arenate, senza plausibili piste da seguire, fino ad oggi. Il 9 settembre 2024 la polizia ha identificato Fortunato Verduci come sospettato del delitto. L’uomo è attualmente indagato grazie a nuovi esami del DNA. Sono state trovate sue tracce ematiche e salivari proprio sulla vecchia scena del crimine, localizzate nei punti che hanno segnato le diverse fasi dell’aggressione precedente l’assassinio.
Verduci è accusato di rapina e omicidio, nonostante lui si dichiari innocente. La pm che ha seguito il caso sin dall’inizio, Patrizia Petruzziello, ha chiesto l’arresto dell’uomo per rischio di recidiva. L’udienza è fissata per il 23 settembre.


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