GRAVI INDIZI DI REATO – Delitto della Cattolica: chi ha ucciso Simonetta?
È il 24 luglio 1971 e Simonetta Ferrero, una giovane di 26 anni, esce di casa, inconsapevole che non vi farà più ritorno. Deve completare alcune commissioni prima di partire. Laureata in Scienze Politiche presso l’Università Cattolica di Milano e impiegata alla Montedison, Simonetta conduce una vita tranquilla. Quella mattina fa acquisti in una profumeria e in una libreria vicina all’università. L’ultima persona a vederla è proprio il libraio Pietro Signorini. Da quel momento il percorso di Simonetta si perde. Lunedì 26 luglio, Mario Toso, seminarista di Filosofia, scopre il corpo di Simonetta in un bagno femminile dell’università Cattolica. Attirato dal rumore incessante di acqua che scorre, entra nel locale per chiudere il rubinetto e si imbatte nel suo cadavere. Simonetta giace riversa su un fianco in una pozza di sangue, ancora vestita e con la borsa addosso. Il suo corpo presenta 33 ferite d’arma da taglio. Gli inquirenti escludono violenza sessuale e notano che né soldi né gioielli le sono stati sottratti. Le indagini esplorano numerose piste: forse Simonetta si era recata in bagno per un bisogno improvviso o per un incontro. Si ipotizza che fosse lì per recuperare appunti per conto di un’amica, ma questi vengono trovati successivamente a casa sua. Nessuno tra il personale all’ingresso dell’ateneo la vide entrare e rimangono oscuri i motivi per cui si trovasse lì. Mario Toso, inizialmente sospettato, viene presto scagionato: non ci sono prove né indizi che lo colleghino al crimine.
L’assassino ha sfrutto le condizioni favorevoli dell’ateneo: a quell’ora l’università era semideserta e i rumori dei lavori di ristrutturazione hanno coperto ogni possibile richiesta d’aiuto. Si presume che l’omicida abbia avuto tutto il tempo per ripulirsi e lasciare indisturbato l’edificio. Alcuni oggetti, tra cui un indumento blu e uno straccio, sono stati ritrovati nei giorni successivi, ma non conducono a nessuna svolta.
Si considera anche un possibile legame con altri omicidi a Milano, ipotizzando l’azione di un serial killer, ma ogni tentativo di risolvere il mistero fallisce. La storia di Simonetta Ferrero, con la sua vita discreta e senza ombre, diventa il simbolo di un enigma irrisolvibile. Ancora oggi, il delitto della Cattolica resta una vicenda senza colpevole, un oscuro capitolo nella memoria della città di Milano.
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