GRAVI INDIZI DI REATO – Chi ha ucciso Simonetta Cesaroni? L’enigma del delitto di Via Poma
Mistero e domande senza una risposta. Questo è quel che riecheggia attorno al delitto di Via Poma, uno dei casi di cronaca nera italiana più controversi che, dopo più di trent’anni, non ha ancora trovato un colpevole.
È il 7 agosto 1990, tutti gli italiani sono al mare e Simonetta Cesaroni, una giovane ragazza di 20 anni, è stata trovata brutalmente uccisa negli uffici dell’Associazione Italiana Alberghi della Gioventù in Via Poma, a Roma. Il suo corpo è immerso in un lago di sangue con molteplici ferite da arma da taglio su petto e collo, dettaglio che sottolinea la violenza e la brutalità dell’omicidio nonché la mancanza di una chiara spiegazione per l’accaduto.
Simonetta lavorava come segretaria e si trovava nell’ufficio per svolgere alcune mansioni amministrative. Secondo le ricostruzioni il delitto è avvenuto tra le 17 e le 18:30, quando la giovane era sola in ufficio. Il luogo del delitto non mostrava segni evidenti di effrazione, suggerendo così che l’assassino potesse avere accesso all’edificio. Le indagini iniziali sono state caratterizzate da numerosi errori, ritardi e una gestione confusa delle prove, che complicarono ulteriormente l’inchiesta.
Nel corso degli anni, sono state diverse le persone finite sotto la lente degli inquirenti: il primo è stato Federico Valle, un giovane dirimpettaio dell’ufficio che è stato presto scagionato. Successivamente, l’attenzione si è concentrata su Raniero Busco, ex fidanzato di Simonetta, per delle tracce biologiche trovate sul corpo della vittima. Busco, condannato in primo grado nel 2011, è stato poi assolto in appello e definitivamente prosciolto dalla Cassazione nel 2014 per insufficienza di prove.
Un’altra figura presa in esame è stata Pietrino Vanacore, il portiere dello stabile, indagato a più riprese. Vanacore, che si è sempre dichiarato innocente, si è suicidato nel 2010, pochi giorni prima della sua testimonianza in tribunale per un processo legato al caso, lasciando dietro di sé ulteriori ombre e sospetti.
Tutt’oggi il delitto di Via Poma rimane un enigma: non sono mai stati identificati moventi chiari, né prove decisive contro un colpevole. Gli interrogativi attorno alla scena del crimine, i sospetti mai confermati e le piste investigative abbandonate hanno trasformato questo caso in una delle vicende irrisolte più inquietanti d’Italia. Ancora oggi, il delitto di Simonetta Cesaroni è sinonimo di mistero e fallimento investigativo e lascia tutti quanti con la stessa domanda: perché proprio Simonetta?
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