Ambiente

Granchio blu, pressing Lega: “Bonaccini, urge un intervento”

di Angelo Vitale -


Sul granchio blu, c’è il pressing della Lega su Bonaccini, cui viene chiesto un urgente intervento. Buono e saporito, ormai entrato da qualche mese nei menu della cucina locale. Ma pericoloso. Contro il granchio blu, specie aliena ormai casa nei fondali del mar Adriatico è sceso in campo anche il governo che, con il decreto legge Omnibus ha stanziato 2,9 milioni di euro per i consorzi e le imprese specializzate affinché lo catturino e ne contengano la diffusione e la minaccia al nostro ecosistema marino.

Sul granchio blu, c’è ora da registrare il pressing della Lega alla giunta dell’Emilia Romagna guidata da Stefano Bonaccini con il consigliere regionale Fabio Bergamini. In Emilia, per la verità, la Regione ha già autorizzato fino al 31 luglio 2024 nella Sacca di Goro e nel territorio di Comacchio la cattura e la commercializzazione del granchio blu per evitarne l’aggressione a vongole e novellame. Proprio qui, a Goro e nei canali adduttori delle Valli di Comacchio, la minaccia ad una produzione annua di circa 16mila tonnellate di vongole, che corrispondono al 55% della produzione italiana e al 40% di quella europea. Numeri che valgono un determinante segmento dell’economia locale, con 1700 addetti che fanno riferimento alle marinerie di queste aree. E che hanno prodotto gli sforzi comuni degli assessorati alla pesca delle tre Regioni costiere del Nord Adriatico: con l’Emilia-Romagna, il Veneto e il Friuli-Venezia Giulia.

Bergamini, perciò, con altri suoi colleghi chiede siano promosse iniziative di formazione per i pescatori professionisti e gli sportivi e per sostenere una campagna di informazione per i turisti. Formazione, spiega, da riservare anche alle associazioni di categoria, per “preservare un settore strategico per l’economia come l’acquacoltura”. E chiede anche la costruzione di “un indotto basato sul commercio, l’informazione e il consumo di questo particolare crostaceo, che negli Stati Uniti raggiunge 60mila tonnellate annue”. Da qui l’ipotesi di una misura sostenibile per il contenimento della specie determinata proprio dalla pesca, finalizzata al commercio e al consumo alimentare.


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