Esteri

Grana per Salvini e Vannacci: no dei lepenisti al generale vice di Bardella nei Patrioti

di Angelo Vitale -


Una grana vera e propria: il generale Roberto Vannacci criticato e pomo della discordia anche all’interno del neonato gruppo dei Patrioti per l’Europa nel Parlamento europeo. Solo tre giorni fa il leader della Lega Matteo Salvini festeggiava con un video la sua proposta del militare quale vicepresidente, uno dei vicepresidenti da chiamare per acclamazione al fianco di Jordan Bardella: “Giornata importantissima oggi per l’Italia e per la Lega perché nasce a Bruxelles il terzo gruppo all’Europarlamento, che nasce per contrastare ogni inciucio con i socialisti, i filo islamici, i filo cinesi, gli estremisti del Green Deal, delle auto elettriche ad ogni costo, per difendere il lavoro, la famiglia, il futuro dei nostri giovani e la sicurezza dei cittadini italiani ed europei. Noi abbiamo indicato Roberto Vannacci, il generale Vannacci, come vice presidente di questo gruppo, è finalmente l’occasione di cambiare questa Europa come hanno chiesto milioni di cittadini con il loro voto”.

La squadra sembrava fatta. Poche ore prima era stato diffuso l’organigramma del neonato gruppo che, peraltro, ancora oggi non appare ufficializzato sul sito web del Parlamento di Bruxelles. Con 84 deputati provenienti da 12 Paesi, i Patrioti per l’Europa si presentavano come il terzo gruppo più grande del Parlamento Europeo, dopo il Ppe e l’S&D e prima dell’Ecr, quarto con 78 (ne aveva 84, ma con la defezione di Vox ne ha persi 6), e Renew quinto, con 76.

Oltre a Jordan Bardella (Rassemblement National, Francia) presidente del gruppo e Kinga Gál (Fidesz, Ungheria) prima vicepresidente, il generale era indicato tra gli altri vicepresidenti con Klára Dostálová (Ano, Repubblica Ceca), Sebastiaan Stöteler (Pvv, Paesi Bassi), António Tânger Corrêa (Chega, Portogallo), Hermann Tertsch (Vox, Spagna) e Harald Vilimsky (Fpoe, Austria). Anders Vistisen (Partito popolare danese, Danimarca), mentre era stato eletto chief whip (coordinatore d’Aula) Anders Vistisen (Partito popolare danese, Danimarca) e chiamato Gerolf Annemans (Vlaams Belang) come tesoriere.

Ora, su Salvini e Vannacci una doccia fredda che arriva dalla Francia. France Press, la principale agenzia di stampa transalpina, ha battuto le parole di un big di Rassemblement National, Jean-Philippe Tanguy. Per lui, i lepenisti “si oppongono” all’elezione del generale nel ruolo di vicepresidente del nuovo gruppo europeo dei Patrioti. Tanguy non è proprio l’ultimo militante in casa di Marine Le Pen, essendo stato il suo vicecoordinatore della campagna elettorale alle Presidenziali del 2022, quelle che la vedono oggi sotto inchiesta per i finanziamenti ricevuti e ufficializzati.

Il lepenista, dopo aver fatto scoppiare la grana, lascia la “patata bollente” nelle mani di Salvini, chiamandolo indirettamente a indicare un altro nome per la vicepresidenza: “L’elezione è frutto di un annuncio unilaterale della Lega. Ci opponiamo all’incarico. Questa è la nostra posizione”, mentre altri media hanno parlato, per Vannacci e per tutti gli altri, di “acclamazione”.

E oggi, a grana scoppiata, si rammenta che Vannacci era già finito nel mirino di quello che dovrebbe essere il suo presidente di gruppo. Lo scorso 2 giugno Bardella aveva bacchettato Vannacci per le sue precedenti “uscite” sui gay: “Non conoscevo le sue dichiarazioni, non le condivido e le condanno”, aveva detto all’emittente tv Bfm.


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