Economia

Gli investimenti di Fs in Italia valgono il 2% del Pil

di Cristiana Flaminio -

Luigi Ferraris


“Gli investimenti del gruppo FS nei prossimi 10 anni incideranno sul Pil nazionale per il 2% e, con 200 miliardi di euro serviranno a rendere sempre più attrattivo ed efficiente il trasporto collettivo e merci via treno, aumentando almeno del 20% la capacità di trasporto della rete ferroviaria e del 30% il numero di passeggeri”. Lo ha detto, dal palco del Meeting di Rimini, l’amministratore delegato del Gruppo FS Luigi Ferraris che ha sottolineato il ruolo di Ferrovie dello Stato nella nuova stagione italiana delle infrastrutture ferroviarie e stradali, per il cui sviluppo, come specificato da Ferraris, sono impegnate circa 300mila persone all’anno nell’ambito del PNRR, ma non solo.

Ferraris è intervenuto alla tavola rotonda “Infrastrutture e PNRR: quale sviluppo per l’Italia” insieme al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, il governatore della Regione Liguria Giovanni Toti,  il presidente dell’Anci e sindaco di Bari Andrea Decaro e Maximo Ibarra, Ceo & General Manager di Engineering, Luigi Ferraris ha ribadito che “l’impegno del Gruppo FS nell’investire nei prossimi 10 anni 200 miliardi di euro per ammodernare e potenziare infrastrutture che hanno una vita media di oltre 60 anni. Investimenti che avranno un diretto effetto sulla crescita del Pil nazionale, come spiegato da Luigi Ferraris a margine del suo intervento”. Quindi Ferraris ha spiegato a proposito degli investimenti del gruppo Fs: “Due punti di Pil ci sono e si portano dietro 200.000-300.000 addetti ai lavori fra diretti e indiretti. Quindi l’effetto sull’economia è sicuramente rilevante”.

Ma non è tutto. Perché l’ad del gruppo Fs ha aggiunto: “Le opere sono su tutto il territorio da Nord a Sud e quindi è chiaro che la ricaduta è anche e soprattutto sulle economie locali. Questo – ha concluso Ferraris – è sicuramente un aspetto che consente al Paese di potere fare leva su questa nuova ondata di infrastrutture per sostenere la crescita del Pil”.


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