Attualità

Gli Houthi, chi sono e perché fanno sempre più paura

di Gianluca Pascutti -


Negli ultimi tempi sempre più spesso gli Houthi sono finiti nel mirino di operazioni d’intelligence americane e israeliane, ma paradossalmente invece di soffrire e veder ridotto il loro arsenale e le loro capacità operative il gruppo si sta pericolosamente allargando oltre i confini dello Yemen, offrendo manodopera in altri conflitti nel mondo consolidando nuovi legami in Medio Oriente, Africa e soprattutto Russia.  Questa nuova escalation trae benefici dal conflitto di Gaza con la scesa in campo dell’Iran, come riportano alcuni analisti occidentali citati dal Wall Street Journal gli Houthi sono passati da gruppo armato con i sandali a vere rock star.  Ma qual è la loro storia? Gli Houthi, noti anche come movimento Ansar Allah, sono un gruppo armato e politico attivo nello Yemen, nato da una minoranza sciita zaydita, una corrente dello sciismo che ha radici nel nord del Paese. Il movimento Houthi prende il nome dal suo fondatore, Hussein Badreddin al-Houthi, e fu istituito nei primi anni 2000 per opporsi alla discriminazione e alle condizioni economiche svantaggiate della comunità zaydita da parte del governo yemenita, sostenuto dagli Stati Uniti e dall’Arabia Saudita. La comunità zaydita aveva una lunga tradizione di autorità religiosa e politica nel Paese, terminata però nel 1962, quando la monarchia zaydita fu rovesciata e lo Yemen del Nord divenne una repubblica. Gli Houthi si sono sviluppati da un movimento politico e religioso pacifico a un gruppo armato con obiettivi rivoluzionari, in particolare contro l’influenza saudita e occidentale nello Yemen. La loro ideologia è basata su un’interpretazione sciita della giustizia sociale, sostenendo l’autodeterminazione dello Yemen e opponendosi alla corruzione interna. L’influenza iraniana, con cui gli Houthi condividono l’appartenenza religiosa sciita, ha reso questa ribellione ancora più complessa, data l’ostilità tra Iran e Arabia Saudita, il principale rivale della Repubblica islamica nella regione. Sebbene gli Houthi siano sciiti, è importante sottolineare che il loro legame con l’Iran è spesso più geopolitico che strettamente religioso. Nel 2014, approfittando del vuoto politico lasciato dalla destituzione del presidente Ali Abdullah Saleh, gli Houthi conquistarono Sanaa, la capitale, e ottennero il controllo di gran parte del nord del Paese. Ciò portò a un’intensificazione del conflitto interno e all’intervento di una coalizione guidata dall’Arabia Saudita, sostenuta anche dagli Stati Uniti e da altri Paesi occidentali. Da allora, il conflitto si è trasformato in una crisi umanitaria, con milioni di sfollati e carenze gravi di cibo e medicine. Gli Houthi hanno stabilito, nel tempo, legami con la Russia, anche se non stretti quanto quelli con l’Iran. La Russia è vista come una forza geopolitica che si oppone alla predominanza occidentale e all’influenza saudita nella regione, entrambe osteggiate anche dagli Houthi. Inoltre, Mosca, in quanto partner dell’Iran, ha talvolta sostenuto posizioni meno interventiste contro gli Houthi al Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Questi legami riflettono un contesto di alleanze e tensioni in cui la Russia si inserisce in quanto sostenitrice di un equilibrio multipolare in Medio Oriente, spesso in contrasto con la politica estera statunitense e saudita.


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