Attualità

Giustizia: il patto tra Mattarella e Meloni non esclude modifiche al disegno Nordio

di Edoardo Sirignano -


di EDOARDO SIRIGNANO

Il tema della giustizia al centro del dibattito tra Meloni e Mattarella. Nell’incontro, tenutosi al Quirinale, dopo il Consiglio supremo di difesa, il Capo di Stato si confronta con la premier sulla tanto discussa riforma Nordio. I casi Delmastro, Santanché e Nordio non sembrano aver turbato re Sergio, che comunque monitora quanto accade tra le file della maggioranza. La firma al disegno, quindi, dovrebbe arrivare, senza particolari difficoltà.

Toccherà, poi, a Montecitorio e Palazzo Madama sciogliere i diversi nodi. Secondo indiscrezioni, comunque, sembra che l’esecutivo abbia frenato il Guardasigilli su alcuni punti del provvedimento.

Il ministro, in un’intervista al Corsera, però, dichiara di non volere passi indietro. “Sì alla separazione delle carriere – sottolinea – che esiste in tutto il mondo”. Stesso discorso vale per il concorso esterno in associazione mafiosa, su cui però viene fatto un chiarimento rispetto al modo in cui s’interverrà. Detto ciò, non sembrano essere state superate completamente le tensioni all’interno della maggioranza. Lo stesso sottosegretario alla presidenza del Consiglio Mantovano, ad esempio, aveva espresso più di qualche semplice perplessità.

La discussione, quindi, potrebbe rivelarsi accesa in Aula, dove non mancherà un confronto tra le varie anime della maggioranza. Tutti sono favorevoli al cambiamento, ma ognuno ha le proprie idee rispetto a una materia che da sempre è stata divisiva. Giustizialismo e garantismo, infatti, sono state sempre le due anime presenti all’interno di ogni formazione, senza alcuna eccezione di colore. Ecco perché il lavoro dell’ex togato è ancora tutto in salita. Non basta aver avuto le giuste rassicurazioni dal Quirinale per dormire sogni tranquilli. I problemi, prima o poi, verranno a galla. La parte relativa alla criminalità organizzata, come dimostrano i dubbi sollevati da Mantovano, ad esempio, dimostra come non esiste una linea unica su tutto. Ecco perché Meloni, ancora una volta, dovrà essere brava a trovare indispensabili convergenze.


Torna alle notizie in home