Attualità

Giubileo dei volontari: Spendere la vita per gli altri nel solco del Papa

di Andrea Canali -


Come auspicato sono accorsi da tutta la penisola, anzi, da tutto il mondo. Ognuno con i propri segni indentificativi o con le loro divise i quali, gioiosi e sorridenti, hanno attraversato la Porta santa a San Pietro eppoi, successivamente, hanno partecipato allo svolgimento del Giubileo del volontariato. Stiamo parlando proprio di loro: dei volontari. Purtroppo, anche questo evento, come già avvenuto con gli artisti e con i diaconi, non ha potuto vedere la presenza del Papa, assente, come noto, per motivi di salute, anche se ora sembrerebbe essere uscito dalla prognosi riservata. Quindi i volontari dei vari mondi i quali, con spirito di servizio, si mettono a disposizione della tutela del bene comune. Ricordiamo che la parola “volontariato” deriva dal latino “voluntarius”. Si riferisce a qualcosa che è fatto in base alla propria volontà, come adesione volontaria a un’iniziativa o ad un impegno un arruolamento un donarsi, giustappunto, volontario. Tra le altre realtà presenti si intravedono la Protezione Civile, l’Ordine di Malta con i suoi baschi rossi e, finanche, l’Associazione Santi Pietro e Paolo. Quest’ultima, in particolare, è l’erede delle Guardie Palatine d’oro di Sua Santità la quale, con atto di devozione, presta un servizio di assistenza e vigilanza. Ma Francesco, nonostante l’assenza fisica, ha voluto esserci lo stesso: come simbolo della sua presenza è stato infatti affisso per l’occasione lo stendardo del Papa sulla loggia di San Pietro. Inoltre il Pontefice ha voluto dimostrare vicinanza ai tanti, oltre 25 mila, accorsi a Roma da ogni parte del globo terrestre. Da San Pietro al Gemelli, anche i volontari hanno voluto dire al Papa: “noi ci siamo”. Così dopo aver attraversato la Porta santa un gruppo delle Misericordie, con rappresentanti da tutta Italia, ha raggiunto in divisa il piazzale del Policlinico e ha sostato in preghiera davanti alla statua di Giovanni Paolo II, ormai punto di riferimento dei pellegrinaggi per i tanti fedeli che vogliono essere vicini al Papa. Ognuno con la propria bandiera, cartello e uniforme, in semicerchio, hanno recitato il rosario guidato dal vescovo emerito di Prato, Franco Agostinelli, correttore spirituale nazionale delle Misericordie d’Italia. E un gruppo, dopo la messa domenicale in basilica, ha acceso un cero “simbolo della speranza che possa guarire presto”. “Noi sappiamo che papa Francesco è vicino a tutte le persone che spendono la propria vita per aiutare gli altri. Siamo qui per celebrare, nonostante questa assenza per noi un po’ dolorosa, il giubileo del volontariato. E siamo qui per dirlo anche al pontefice”, ha spiegato don Agostinelli. Il desiderio è quello “di poter riaverlo presto in mezzo a noi”, ha aggiunto ancora il vescovo emerito.
Tra i 25mila partecipanti all’evento di questo fine settimana, quasi 15 mila provengono dall’Italia, 5 mila le presenze dai gruppi delle Misericordie. Tra i volontari in preghiera nel piazzale anche la protezione civile Avis di Perfugas, in provincia di Sassari, e la protezione civile di Marsciano, in provincia di Perugia. “Ci siamo spostati perché il Papa era qui. Siamo in ansia per la sua salute”, ha detto il coordinatore Luca Montagnoli. “Ci sembrava mancasse la figura di Francesco questa mattina, lui rappresenta il Giubileo. Abbiamo, quindi, pensato di fare una visita”, è il commento del volontario della protezione civile Christian Candio, di Palazzolo sull’Oglio, in provincia di Brescia, che insieme ai suoi colleghi, ha deciso di lasciare vicino alla statua di Giovanni Paolo II, dopo la messa a San Pietro, lo stemma del gruppo. Un passaggio “dovuto”, quello al Gemelli durante il Giubileo del Volontariato, per dimostrare vicinanza a Francesco. Quel Papa che per loro “rappresenta la speranza di un futuro migliore in questo periodo difficile” anche per lo stesso Santo Padre, uscito dalla prognosi riservata, ma che con prudenza resterà al momento, ancora in ospedale. D’altronde il donare e donarsi è un gesto nobile, e finanche Victor Hugo affermava: “Chi dona ai poveri presta a Dio”.


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