Attualità

Giornalisti, croce e delizia dell’intelligence contemporanea

di Andrea Vento -


In silenzio gioite e soffrite – Giornalisti, croce e delizia dell’intelligence contemporanea

Non ci si soffermerà più di tanto sulla vicenda di Francesco Cancellato, direttore di Fanpage.it, e vittima di spionaggio tramite lo spyware Graphite, prodotto dalla società israeliana Paragon Solutions. Questo caso ha sollevato interrogativi sulla sorveglianza di giornalisti in Italia e ha coinvolto governi, servizi segreti e aziende tecnologiche. Per il momento il governo italiano e AISE e AISI hanno negato ogni coinvolgimento nel caso, pur ammettendo l’uso dello spyware nel monitoraggio degli attivisti della ONG Mediterranea Saving Humans. Nonostante queste negazioni, il contratto tra Paragon e il governo italiano è stato sospeso, poiché include clausole che vietano lo spionaggio di giornalisti e attivisti. La vicenda rimane sotto indagine da parte di diverse procure italiane (Roma, Napoli, Bologna e Palermo), sotto il coordinamento della Direzione Nazionale Antimafia, mentre il Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica) ha ascoltato i rappresentanti di Paragon per approfondire il caso. Dal proprio canto Cancellato stesso ha sottolineato che lo spionaggio potrebbe essere stato motivato dalle inchieste condotte da Fanpage.it su temi sensibili per alcune forze politiche della maggioranza.
Tuttavia il caso ha suscitato preoccupazioni sulla libertà di stampa e sull’uso improprio delle tecnologie di sorveglianza. Chiariamoci: è una vecchia storia. Nel volume Le spie del regime Mauro Canali analizza in dettaglio il sistema di controllo e repressione messo in atto durante il ventennio, inclusi i metodi utilizzati per sorvegliare giornalisti e le redazioni. E non da meno, sarebbe stato, per gli esperti di storia dell’intelligence, il controllo durante gli anni della Guerra Fredda.
Ma vediamo come la questione delle intercettazioni di giornalisti sia normata: le agenzie di informazione e sicurezza in Italia possono, in linea generale, intercettare le comunicazioni, ma ci sono restrizioni significative quando si tratta di giornalisti professionisti. Per sommi capi, la legge italiana e il Media Freedom Act europeo vietano esplicitamente l’intercettazione dei giornalisti tramite spyware, salvo casi di estrema gravità legati alla sicurezza nazionale. Le intercettazioni devono essere autorizzate dalla magistratura e sono generalmente effettuate per motivi di indagine penale. Tuttavia, la legge stabilisce che le intercettazioni non possono essere utilizzate per limitare la libertà di stampa o per intimidire giornalisti e editori.
Un dibattito che può prevalentemente incuriosire gli iscritti all’Ordine dei Giornalisti, e che ricorda riflessioni sul sesso degli angeli nelle torri eburnee, è quello che differenzia le tutele (piene) dei giornalisti professionisti da quelle (tardivamente riconosciute) dei giornalisti pubblicisti. Si ricorda che Cancellato è un pubblicista. La tutela piena, e che non dovrebbe essere scalfita nemmeno dalle agenzie di informazione e sicurezza, sarebbe quella del segreto professionale per proteggere le fonti, come stabilito dall’articolo 200 del Codice di procedura penale. In sintesi, mentre le agenzie di informazione e sicurezza possono tecnicamente intercettare comunicazioni in determinate circostanze, l’intercettazione dei giornalisti è severamente limitata e soggetta a rigorose normative per proteggere la libertà di stampa. Eventuali violazioni devono essere perseguite con fermezza per garantire la sicurezza e l’integrità del lavoro giornalistico. E questo va al di là dell’idem sentire ideologico. E, come comprenderemo, tutto ruota sulla rivelazione delle fonti.

Intelligence e vendetta istituzionale – L’Identità


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