Giorgia Meloni e la chat dei Fratelli d’Italia: chi la sta accoltellando?
Il libro “Fratelli di chat” scritto dal cronista del Fatto Giacomo Salvini impone indubbiamente delle riflessioni. La prima, che a mio parere va detta e ripetuta fino alla nausea, è che si tratta di conversazioni private, che nessuno pensava potessero esser rese pubbliche. Nelle conversazioni private ci si esprime sempre senza freni e senza censure, si esagera, ci si incazza, ci si sfoga, si tira fuori una parte di sé che viene mostrata solo con amici, partner, familiari, etc. Giurerei che chiunque di noi abbia chat private nelle quali scrive cose che in pubblico non direbbe mai, come non ripeterebbe fuori dallo stadio epiteti e insulti che lì è normale urlare con rabbia. Non dico sia bello, dico che lo facciamo TUTTI, e fingere il contrario sarebbe drammaticamente ipocrita. Dunque su quelle conversazioni va fatta una semplice tara, e va fatto ciò che nella vita andrebbe fatto sempre prima di giudicare: mettersi nei panni di coloro che stiamo giudicando.
Quando esponenti importantissimi di Fratelli d’Italia parlano di Salvini come di un ministro bimbominkia (sic!) lo fanno in una chat con compagni di partito, e non credo sarebbe difficile, se potessimo leggere le chat private di tutti i partiti esistenti, trovare cinquestelle che insultano esponenti del PD (benché siano alleati in moltissimi comuni e regioni), chat PD dove si odia il M5S, chat leghiste o forziste dove si insultano esponenti dei partiti alleati, probabilmente anche la stessa Meloni. E’ la vita, bellezza. La stampa, invece, la vita la deve raccontare, dunque se un giornalista ha per le mani uno scoop così clamoroso come le chat del primo partito italiano, è normalissimo pubblicare tutto, scriverci un libro, farci quel che gli pare. Magari sarebbe bello che chiunque parli della vicenda premetta che sono conversazioni private, come abbiamo fatto noi, ma ciò premesso quella chat racconta tante cose importanti. Non stupiscono i commenti sprezzanti su politici di altri partiti (chi non li fa?) e in particolare su Salvini, allora pilastro del governo gialloverde. Cosa dovevano scrivere Meloni, Crosetto e compagni, Viva Salvini e Viva Conte? No, anzi essendo alleati con la Lega in regioni e comuni erano doppiamente arrabbiati col leader leghista. Spiace invece tantissimo leggere certe parole contro Roberto Saviano. E’ evidente che lo scrittore e giornalista campano sia un avversario acceso della premier e del suo partito, ed è lui il primo ad aver usato espressioni durissime (in pubblico) contro Meloni & co. Però fa sempre male leggere deve essere punito quando si parla di un giornalista. Un giornalista non deve essere punito, semmai contrastato, combattuto, e smentito se dice falsità. La punizione, però, è cosa altra e ci dispiace -sempre ricordando che si tratta di chat privata- leggere questa intenzione, che non è mai una bella intenzione.
C’è però un gigantesco non-detto che aleggia su tutta la vicenda, e che noi crediamo sia invece il punto focale di tutta la questione: Giorgia Meloni è stata TRADITA da uno dei suoi. E’ ridicolo accusare Giacomo Salvini di avere usato “infiltrati” o di avere “fatto la spia”. Qui la realtà è ben diversa: ancora una volta Meloni subisce una coltellata (potenzialmente molto dolorosa, e dal punto di vista della fiducia umana davvero profonda e ben assestata) da uno dei suoi uomini. Non sappiamo se verrà mai fuori la fonte che ha girato al giornalista TUTTO quello che si sono detti per anni i più importanti esponenti di FdI, ma sappiamo che il fatto stesso che ci sia una fonte così spregiudicata e così cattiva nei confronti dei propri compagni di partito e della leader, è un segnale fortissimo, è il vero clamoroso scoop. Giorgia Meloni ha portato FdI ad essere il primo partito italiano nel 2022, risultato dovuto a una lunga serie di fattori, ad insipienza degli avversari, ad abilità, dedizione, fortuna, aiuto di parte della classe dirigente del paese. Ma questo partito che maniacalmente Meloni tenta di controllare -tanto da affidare parte della gestione alla persona di sua massima fiducia, la sorella Arianna- continua ad avere al suo interno cellule che gli si rivoltano contro. Talvolta per limiti personali o politici (le gaffes, i pasticci tremendi come il caso Sangiuliano), talvolta per puro e cinico calcolo personale, forse anche per vendetta. E questa è la vera notizia di questo libro, e la vera ragione per cui Meloni deve preoccuparsi di Fratelli di chat, dove i fratelli ancora una volta sono coltelli.
Torna alle notizie in home