Giorgetti alla sfida del green. Produrre costa. E se una volta le lamentele delle imprese erano legate al costo della manodopera, al peso economico del lavoro, adesso a togliere il sonno alle aziende sono le bollette. Per questa ragione il ministro all’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha chiesto, durante l’Ecofin di ieri, di rivedere la direttiva europea sulla tassazione dell’energia: in pratica, l’Ue si è prefissa l’obiettivo green del Fit for 55 che impone il traguardo delle emissioni zero. Un viaggio che passa attraverso la tassazione dei carburanti fossili, strumento pensato per scoraggiarne l’utilizzo a favore di altre fonti di energia. Ma il momento è quello che è. Drammatico. La produzione Ue è alla canna del gas e il rischio è quello di una desertificazione industriale del vecchio continente. Che raggiungerà pure l’obiettivo delle emissioni zero ma perché l’industria cesserà di operare in Ue. “Riteniamo che l’attuale compromesso debba essere migliorato rispetto a taluni ambiti, innanzitutto le aliquote minime sui carburanti fossili: dovrebbero essere più graduali di quanto attualmente previsto – ha detto il ministro Giorgetti – per evitare lo spiazzamento di tali prodotti che facilitano la transizione ecologica e per scongiurare effetti negativi per le famiglie. In secondo luogo, occorre evitare di penalizzare la produzione per alcuni settori come vetro, ceramica e carta, esposti a significativi rischi di delocalizzazione e ricollocamenti in Paesi con normative meno stringenti. Auspichiamo pertanto una revisione dell’attuale compromesso che assicuri tutele”. E dunque ha concluso: “In terzo luogo, riteniamo che l’eliminazione della possibilità di differenziare le aliquote sui propellenti come il gasolio possa penalizzare gli Stati membri come l’Italia, particolarmente esposti per la peculiare situazione geografica che rende più difficile l’utilizzo di mezzi di trasporto alternativi. Sosterremo gli sforzi della prossima presidenza Ue per finalizzare un compromesso equilibrato sulla proposta di direttiva”.