Giorgetti: “Con i tassi alti pagheremo 14 miliardi di interessi in più”
GIANCARLO GIORGETTI MINISTRO
Lo spread aumenta? È solo l’ultimo regalo della Bce al governo italiano che sarà costretto a scucire, a causa dell’ultimo aumento dei tassi, ben 14 miliardi in più per pagare di interessi sui titoli di Stato. Lo ha affermato il ministro Giancarlo Giorgetti secondo cui l’aumento del differenziale non nasconde alcun retroscena politico ma sarebbe “di carattere tecnico: per chi è indebitato l’aumento dei tassi d’interesse non è un fatto positivo”. E il titolare del Mef ricorda: “Noi abbiamo un debito tale per cui lo spread dei tassi d’interesse, rispetto all’anno scorso, fa sì che una manovra di bilancio sia stata portata via, in qualche modo, dalla rendita finanziaria”.
La delusione di Giorgetti è davanti a una coperta che si fa, ogni giorno che passa, sempre più corta: “Può essere più o meno, in base a duration del nostro debito pubblico, ma se i tassi fossero rimasti quelli di 2 anni fa o dello anno scorso: oggi avevo 14-15 miliardi da mettere sulla riduzione fiscale”. Fondi che sono spariti, scivolati via nel calderone deforme di un debito che cresce fino a 2.859 miliardi di euro. Il ministro lo ammette, quei soldi “non ci sono più, per me quell’asticella si è abbassata di 14 centimetri e quindi si farà un pò più fatica”. Tuttavia c’è ancora un barlume di speranza: “Si passa”, assicura il ministro.
Un altro tema, però, riguarda le regole del nuovo patto di stabilità. Il grande convitato di pietra di un dibattito che da qui fino a Natale terrà impegnatissime le cancellerie dei 27 Stati europei. “Per un paese come l’Italia che ha 80 miliardi al minimo, purtroppo in continuo aumento, di superbonus da pagare sul debito nei prossimi 3-4 anni, e spese importantissime di investimento, finanziate con i prestiti del Next generation Eu, che vanno sul bilancio e sono spese a tutti gli effetti, è matematicamente impossibile rispettare quella regola che in qualche modo si vorrebbe introdurre”, tuona Giorgetti. Che però non abbandona la speranza di riuscire a trovare “alla fine, un punto di intesa” in Europa.
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