Cultura & Spettacolo

Intervista a Giordana Angi: “Tutto ciò che vivo finisce nelle mie canzoni”

di Riccardo Manfredelli -


Primo album internazionale per Giordana Angi, già Premio della Critica ad Amici 2018, che in “She’s so great” canta d’amore anche con Sting.
Giordana, come nasce la vostra collaborazione?
Nasce quando il suo manager e produttore Martin Kierszenbaum, trovandosi in Italia, ha ascoltato del tutto casualmente un mio brano. A me all’inizio sembrava surreale addirittura parlarci al telefono: sarà perché ho sempre vissuto la scrittura come un momento intimo, ma per fidarmi ho avuto bisogno di tempo. Oggi con lui condivido felicemente un tour internazionale che vivo come una continua ripartenza, dovendomi ripresentare ogni sera davanti a un pubblico nuovo. E’ una condizione molto stimolante anche per la scrittura: conoscere posti e culture sempre nuovi, la rivitalizza.
La scrittura è il perno fondamentale del tuo percorso musicale: com’è calarsi nelle storie degli altri quando scrivi per i colleghi?
Condividere è bellissimo. Scrivo da sempre, da quando ho 11 anni. Dai 18 ho cominciato a lavorare autonomamente anche sulle produzioni. Molti dei pezzi che ho scritto per altri artisti nascono prima di “Amici”: Senza Appartenere di Nina Zilli, per esempio, o i pezzi che Tiziano Ferro inserì in “Accetto Miracoli”; quelli sono nati in maniera molto naturale: io lo contattai e lui, con mia grande sorpresa, mi rispose. Da lì abbiamo iniziato a mandarci dei pezzi.
Quando e come si capisce che è il momento giusto per tirare fuori dal cassetto un pezzo?
In realtà una risposta a questa domanda non c’è: quello che posso dirti, ne parlavo con Martin, è che in questo momento comincio ad avvertire una certa esigenza di pubblicare qualcosa in italiano. Ho scritto tanto e non vorrei che magari tra qualche anno quelle canzoni possano risultare per me già vecchie, perché nel frattempo la vita scorre, tu cambi e di riflesso anche la tua musica.
Com’è stato vestirti da sposa nel videoclip di “The Wedding Song”?
Divertentissimo. Il regista Fabrizio Cestari, con cui collaboro da qualche tempo, ha fatto un lavoro pazzesco. La citazione a Julia Roberts in Se scappi ti sposo? Sì, forse inconsciamente c’è. Quel film l’ho rivisto milioni di volte.
C’è un aspetto di te sul quale hai lavorato tanto e oggi ti piace?
Da adolescente il tema del rapporto con il mio corpo è stato sempre molto sensibile. Ho lavorato molto su questo e oggi vivo tutto con maggiore consapevolezza e serenità. E sì, forse ne è sintomatico anche il fatto che nel videoclip io mi diverta a giocare con i generi. In fondo l’ironia è uno strumento fondamentale nel provare a superare le difficoltà.
Il messaggio in bottiglia che ti piacerebbe lanciare per ritrovarlo, intatto nel senso, tra qualche anno?
Sono una privilegiata a poter parlare con te oggi così serenamente: mi piacerebbe ssapere di svegliarmi in un mondo senza più guerre. E poi mi piacerebbe una maggiore attenzione ai diritti. Vorrei davvero che ognuno possa essere libero di fare le proprie scelte senza sentirsi giudicato.


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