Calenzano, parla Giani: “Il sito non è più adatto al deposito di carburante”
Dopo l’esplosione del deposito Eni, a Calenzano divampano le polemiche: il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, attacca a testa bassa: “Quando il deposito fu realizzato alla fine degli anni 50, lì era tutta aperta campagna e la localizzazione era appropriata, ma oggi no. Tutto attorno ci sono capannoni, aziende, residenze, la zona è densamente antropizzata e popolata. È evidente che per funzioni simili servano oggi luoghi più appropriati”, ha affermato in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera. In cui ha aggiunto: “Il buon senso, come è evidente a tutti, ci dice che quel luogo è inappropriato per le funzioni che lì vengono svolte. Mi faccio carico anche delle preoccupazioni del territorio”. Per Giani inoltre è necessario, aprendo all’ipotesi dello spostamento del deposito da Calenzano, aspettare “il lavoro dei magistrati, le indagini, quali sono state le cause, per fare le valutazioni, anche sugli strumenti, sia di prevenzione che urbanistici, da utilizzare perché ciò non accada mai più”.
La tragica conta delle vittime è arrivata a cinque. Si tratta dell’autotrasportatore 51enne Vincenzo Martinelli, originario di Napoli ma da anni residente a Prato, Carmelo Corso, 57 anni, nato a Catania e anch’egli residente a Prato; Gerardo Pepe, 46 anni, nato in Germania da genitori italiani; Franco Cirielli, 46 anni, originario di Matera; Davide Baronti, 49 anni, nato ad Angera, provincia di Varese, ma cresciuto a Livorno, residente a Bientina, in provincia di Pisa. La Procura di Prato ha fatto partire un’indagine che si preannuncia molto delicata e complessa. Il fascicolo d’inchiesta è stato aperto con le ipotesi di reato di omicidio colposo plurimo, lesioni colpose aggravate dalla violazioni delle norme sulla sicurezza sul lavoro e disastro colposo. Al centro dell’indagine ci sono i fatti e le eventuali responsabilità nonché gravi, anzi, “scellerate condotte” alla base dell’incidente verificatosi nel deposito carburanti di Calenzano e che è costato la vita a cinque persone.
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