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Hot parade

di Redazione -


Sale: Giancarlo Giorgetti. Stefan Zweig c’aveva proprio ragione: “Basta mettere piede in Brasile perché l’anima si schiuda e diventi leggera”. Prendete il ministro Giancarlo Giorgetti. Di solito grigio, abituato ad aver a che fare con grigi burocrati. Magari nella grigia Bruxelles. In Brasile, invece, Giorgettone nostro è rinato: tirato a lucido, s’è messo la maglietta del Flamengo ed è andato dal signor Lula a parlare di calcio. Certo che tra Italia e carioca ancora non s’è capito chi stia peggio. Sicuramente noi, da otto anni assenti da ogni mondiale. Chissà, magari dopo il piano Mattei ci sarà un piano Schillaci.

Stabile: Ilaria Salis. Ahi, Salis. La madama di Francia s’è bevuta il compagno Gino, socio di sgroppate martellanti in quel di Budapest della maestrina che si fé eurodeputata Avs. E si parla di subitanea estradizione verso l’Ungheria. Proprio mentre si parla della revoca dell’immunità riconosciuta alla presunta abitatrice di case altrui anche se questa, diciamocelo, è un’altra storia. Occhio.

Scende: Svezia o morte. “Non ci arrenderemo mai”. Il governo svedese sa come tenere alto il morale dell’opinione pubblica, rassicurare i cittadini, abbracciare le famiglie. Ha mandato cinque milioni di volantini: istruzioni da tenere in caso di scoppio di una guerra. Cosa comprare, cosa procurarsi, cosa dire, che santo pregare.

*di Simone Donati


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