Uccise lo zio in fonderia, Giacomo Bozzoli condannato e “scomparso”
La Corte di Cassazione ha confermato la condanna all’ergastolo per Giacomo Bozzoli, accusato di aver ucciso lo zio Mario e di averne gettato il corpo in un forno di una fonderia a Brescia. L’uomo, 39 anni, è attualmente irreperibile. I legali di Bozzoli avevano presentato ricorso agli Ermellini dopo che la Corte d’Assise d’appello di Brescia aveva rigettato, il 17 novembre dello scorso anno, il ricorso avverso la sentenza di primo grado pronunciata il 30 settembre del 2022. I tre gradi di giudizio si sono conclusi con il medesimo finale: ergastolo con isolamento diurno per un anno.
L’omicidio dell’imprenditore bresciano, titolare di una fonderia di Marcheno, si sarebbe verificato l’8 ottobre del 2015. La vittima, Mario Bozzoli, aveva fatto un’ultima telefonata alla moglie avvisandola che avrebbe cenato in trattoria. La chiamata intorno alle 19.15. Appena tre minuti dopo, alle 19.18, si sarebbe verificata una fumata anomala dal forno grande della forneria. Secondo gli inquirenti e i giudici fu in quel momento che il corpo dell’imprenditore venne incenerito. A rendere ancora più tragica la vicenda, il ritrovamento, soltanto sei giorni dopo, del corpo senza vita di un operaio della fonderia, Giuseppe Ghirardini, che si sarebbe ucciso con una pasticca di cianuro. Per la magistratura, Ghirardini sarebbe stato uno dei complici di Giacomo Bozzoli, incaricato, insieme a un altro uomo rimasto senza volto ma sul conto del quale le indagini continuano ad andare avantià, di incenerire i resti di Mario.
Dopo la sentenza, i carabinieri si sono immediatamente recati nell’abitazione di Giacomo Bozzoli per eseguire l’ordine di carcerazione. Ma il 39enne era scomparso rendendosi irreperibile. Ora le ricerche si estendono ad ampio raggio per rintracciare l’uomo.
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