Editoriale

GHIGLIOTTINA – ESSERE PRESI A PESCI IN FACCIA…ANZI A GATTI MORTI

di Frida Gobbi -


C’è mobbing e mobbing: un operatore dell’Ama, l’azienda che si occupa della raccolta dei rifiuti a Roma, ha subito qualcosa di davvero spiacevole oltre che singolare. Il suo capo a quanto pare gli lanciava contro i gatti morti trovati nell’immondizia. Il dipendente era stato illegittimamente trasferito in un reparto che si occupa di “spazzamento”. In realtà, denuncia la vittima, per sei anni è stato “parcheggiato” in uno stanzino – un rapporto davvero conflittuale con l’Ama, o perlomeno con i suoi superiori. Dietro la vicenda c’è un certificato medico: il trasferimento era stato sconsigliato dalla Asl. Il dipendente pertanto non ha mai firmato l’ordine di trasferimento, visto che la sua salute era peggiorata, a maggior ragione dopo il lancio dei gattini da parte del suo superiore. Il lavoratore nonostante i numerosi certificati medici inviati per giustificare le sue assenze dal lavoro (per evitare le angherie del superiore, a questo punto…) era stato licenziato e l’Inail lo aveva giudicato non idoneo al lavoro. Pertanto l’uomo si è rivolto al tribunale civile, che ha sentenziato il reintegro immediato. Tornato a lavoro, il dipendente però è stato fatto allontanare. Perché per l’Inail è appunto non idoneo al lavoro. E neanche può dire di essere stato preso a pesci in faccia: erano gatti morti.

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