Esteri

Ai generali piace Kamala: ecco l’endorsement che conta (più di quello di Taylor Swift)

di Giovanni Vasso -


Ai generali piace Kamala. La cosa più interessante di questo fine settimana, per la vicepresidente Harris che lotta contro Donald Trump per diventare la prima donna alla guida degli Stati Uniti, è il fatto di aver incassato l’endorsement del gruppo National Security Leaders for America. Un gruppo che riunisce i funzionari al massimo grado della sicurezza nazionale tra cui 200 generali e ufficiali di prima fascia, tra cui 15 generali e ammiragli a quattro stelle in pensione, 12 funzionari di gabinetto, otto segretari di stato maggiore e oltre 120 ambasciatori oltre agli ex Segretari della Difesa Leon Panetta, Chuck Hagel, William Cohen e William Perry e ovviamente, agli ex Segretari di Stato Hillary Clinton e John Kerry, che avevano precedentemente annunciato il loro sostegno a Harris, hanno firmato la lettera. Il testo del documento, in realtà, non appare così esaltante. L’appoggio a Kamala dei generali pare più una specie di voto col naso turato e ricalca i punti focali della campagna della vicepresidente, che se potesse essere riassunto in uno slogan sarebbe: “Votatela, perché Trump è peggio”. I funzionari della difesa partono con un distinguo: “Non siamo d’accordo su tutto” a cui segue la scelta di montanelliana memoria: “Ma aderiamo tutti a due principi fondamentali. Primo, crediamo che la sicurezza nazionale americana richieda un comandante in capo serio e capace. Secondo, crediamo che la democrazia americana sia inestimabile”. Pertanto, dal momento che “ogni generazione ha la responsabilità di difenderla”, i generali si dicono orgogliosi di sostenere “Kamala Harris come prossimo presidente degli Stati Uniti”. Un endorsement importante per Kamala forse anche più di quello espresso da Taylor Swift che, tutto sommato, era abbastanza telefonato. Ma che, probabilmente, ha saputo fiutare lo zeitgeist meglio di chiunque altro definendo Kamala “guerriera” pur riferendosi, l’artista, al fatto che la Harris possa essere capace di “difendere la causa dei diritti”.


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