Esteri

Gaza, ostaggi israeliani liberati tra caos e polemiche

di Ernesto Ferrante -


Arbel Yehoud, Gadi Mozes e cinque cittadini thailandesi sono stati rilasciati dopo essere stati trattenuti per più di un anno in ostaggio nella Striscia di Gaza. Poco prima era stata rimessa in libertà la soldatessa Agam Berger. Le forze di difesa israeliane (Idf) e gli agenti dell’intelligence li hanno scortati durante il rientro in territorio israeliano.

La consegna di Arbel Yehoud alla Croce Rossa internazionale è avvenuta a Khan Yunis, nel sud di Gaza, davanti alle rovine della casa del defunto leader di Hamas, Yahya Sinwar. L’israelo-tedesca è stata costretta a muoversi a piedi circondata da miliziani e civili. Agam Berger è stata consegnata dai miliziani alla Croce Rossa a Jabalia.

Secondo le ultime notizie diffuse dall’ufficio del premier israeliano Benjamin Netanyahu, i cinque thailandesi sono Thenna Pongsak, Sathian Suwannakham, Sriaoun Watchara, Seathao Bannawat e Rumnao Surasak.

La premier della Thailandia Paetongtarn Shinawatra si è detta “piena di gioia”. Il ministero degli Esteri di Bangkok ha voluto “esprimere il suo profondo apprezzamento al Qatar, all’Egitto, all’Iran, alla Turchia, agli Stati Uniti e ad altri paesi amici, nonché al Comitato Internazionale della Croce Rossa e a tutte le parti coinvolte per aver contribuito al rilascio degli ostaggi thailandesi nella Striscia di Gaza”.

La Turchia ha fatto sapere di aver lavorato per ottenere la liberazione dei cinque cittadini thailandesi. Stando all’agenzia Anadolu, i servizi turchi, il Mit, hanno avuto contatti con Hamas su istruzione del presidente Recep Tayyip Erdogan. Mercoledì, Erdogan ha ricevuto ad Ankara una delegazione del movimento di resistenza islamica guidata dal capo dell’ufficio politico, Muhammad Darwish. All’incontro erano presenti anche il ministro degli Esteri, Hakan Fidan, e il capo dell’intelligence, Ibrahim Kalin.

Le scene caotiche di Khan Yunis, dove la folla ha accerchiato gli ostaggi rilasciati dalla Jihad islamica palestinese mentre venivano consegnati alla Croce Rossa, dimostrano il “fallimento totale” dello “sconsiderato accordo” con Hamas e “non sono le immagini di una vittoria completa”, ha dichiarato l’ex ministro israeliano della Sicurezza Nazionale Itamar Ben Gvir, che ha rassegnato le dimissioni proprio in segno di protesta per la contestata intesa.

“Siamo felici ed emozionati per il ritorno dei nostri amati Agam, Arbel e Gadi, ma le immagini orribili da Gaza lo rendono chiaro: questa non è una vittoria completa, è un fallimento totale, in un accordo sconsiderato come nessun altro”, ha affermato il leader di “Otzma Yehudit”.

“Il governo avrebbe potuto impedire che gli aiuti umanitari raggiungessero la folla assetata di sangue che ha cercato di linciare i nostri ostaggi e schiacciarli militarmente, ma ha deciso di scegliere la via della resa ai mostri. Non è troppo tardi per tornare in sé!”, ha aggiunto Ben Gvir.

Molto perplesso il presidente israeliano Isaac Herzog: “Siamo commossi fino alle lacrime per il ritorno dalla prigionia di Agam Berger, Arbel Yehud e Gadi Moses, insieme ad altri cinque cittadini thailandesi. Le scene dei momenti di orrore durante il loro trasferimento alla Croce Rossa sono state snervanti e insopportabili”.

Herzog ha ricordato su X che “Agam, che è stata rapita dall’avamposto di Nahal Oz, si unisce ai suoi colleghi osservatori che sono tornati sabato scorso. Arbel è stata rapita da Nir Oz con il suo compagno Ariel Kunio, che è rimasto in prigionia, e ha perso il fratello Dolev nell’attacco al kibbutz. E Gadi, che ha perso la sua compagna Efrat Katz e ha compiuto 80 anni in prigionia, ha figli e dieci nipoti che lo aspettano da tanto tempo”.

Il presidente israeliano ha sottolineato che gli ostaggi “hanno attraversato l’inferno con estremo coraggio e ora finalmente si riuniscono alle loro meravigliose famiglie e a tutti i loro cari”. E infine: “Non ci fermeremo né resteremo in silenzio finché non avremo riportato indietro tutti i nostri fratelli e sorelle dall’inferno della prigionia a Gaza, fino all’ultimo!”.


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