Esteri

Gaza, il ritorno degli sfollati palestinesi fa infuriare l’estrema destra israeliana

di Ernesto Ferrante -


Hamas rilascerà tre ostaggi israeliani entro venerdì prossimo, 31 gennaio. Altri tre saranno rimessi in libertà il giorno dopo. Israele ha affermato che la lista consegnata dal movimento di resistenza islamica mostra che 8 dei 33 ostaggi il cui rilascio è previsto nella prima fase del cessate il fuoco a Gaza sono morti.

Il portavoce del governo David Mencer ha detto ai giornalisti che la fazione islamista ha assicurato che gli altri 25 sono vivi. Circa 87 persone sono ancora detenute nell’enclave palestinese. Prima di questo annuncio, Tel Aviv riteneva che almeno 35 di loro fossero morte.

Sette dei 33 sono già stati liberati secondo la prima fase del cessate il fuoco, prevista per sei settimane. Tra questi rientrano tutte le donne, comprese le soldatesse, i bambini e gli uomini di età superiore ai 50 anni. In cambio, Israele lo Stato ebraico scarcererà tra 990 e 1.650 prigionieri e detenuti palestinesi.

Nel frattempo, gli sfollati stanno facendo ritorno alle loro case, dopo che Israele ha smesso di bloccare il loro passaggio. Hamas ha parlato di una vittoria contro i “piani di sfollamento”.

La fazione islamista non intende necessariamente amministrare la Striscia di Gaza dopo che la guerra, iniziata con Israele il 7 ottobre 2023, sarà giunta al suo termine. Lo ha dichiarato ad al Arabiya, Moussa Abu Marzouk, alto funzionario del politburo del gruppo, aggiungendo che i suoi sodali sanno bene che, in futuro, l’organismo di governo della Striscia avrà bisogno del sostegno sia regionale che internazionale, tra cui quello del presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese, Mahmoud Abbas.

Secondo Marzouk vi è una disponibilità di massima a negoziare la composizione del governo della Striscia con gli Stati Uniti, poiché si ritiene che Donald Trump “sia un presidente serio” alla luce dell’accordo di cessate il fuoco e di rilascio degli ostaggi che lui e il suo inviato in Medio Oriente Steve Witkoff hanno contribuito a perfezionare.

Bocciata, invece, l’idea del tycoon di sgomberare la popolazione e trasferirla in Giordania ed Egitto: “Nessun palestinese o arabo accetterà l’idea di Trump di sfollamento. Non avrà successo”.

Il segretario generale della Lega araba, Ahmed Aboul Gheit, ha sottolineato che “la lega sostiene fermamente e per principio le posizioni egiziane e giordane che respingono le idee in circolazione riguardanti il trasferimento dei palestinesi”. La posizione è stata espressa dal segretario generale al suo arrivo a Roma in occasione del Forum economico arabo-italiano (Arab Italian Business Forum o Aibf25).

Per Aboul Gheit “le proposte, vecchie e rinnovate, di spostare i proprietari della terra dalle loro terre sono respinte e inutili da discutere”.

Le immagini di decine di migliaia di palestinesi che tornano nella parte settentrionale della Striscia attraverso il corridoio Netzarim sono “un’altra parte umiliante” dell’“incosciente” accordo di cessate il fuoco-rilascio degli ostaggi, ha commentato il leader israeliano di ultradestra Itamar Ben Gvir. “Non è questa la vittoria totale, è questa la resa totale”, ha scritto su X.

Il politico di estrema destra, che si è dimesso dal governo in opposizione all’intesa, vorrebbe la ripresa delle ostilità: “Dobbiamo tornare in guerra e distruggere!”.

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha in programma di incontrare il presidente degli Stati Uniti Donald Trump alla Casa Bianca la prossima settimana. A riportare la notizia è stato il sito web israeliano Walla news, ripreso dal Guardian. La visita alla Casa Bianca sarebbe la prima di un leader straniero a Washington da quando Trump è rientrato in carica. Il piano attuale prevede che Netanyahu arrivi il 3 febbraio e riparta il 5. La data esatta dell’incontro non è stata ancora stabilita.

I carabinieri italiani partiranno a stretto giro per prendere parte alla missione militare europea presso il valico di Rafah, tra Gaza ed Egitto. Lo ha reso noto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a margine del Consiglio Esteri a Bruxelles.


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