Politica

Gava: “Rischiamo una pesante svalutazione del patrimonio immobiliare”

di Edoardo Sirignano -


“Rischiamo una pesante svalutazione del patrimonio immobiliare. Ecco cosa farà il governo”. A spiegarlo Vannia Gava, viceministro all’Ambiente, a margine della scuola di alta formazione organizzata da FareAmbiente, movimento ecologista europeo presieduto da Vincenzo Pepe.

Transizione ecologica, a che punto siamo?

In questo primo anno di governo abbiamo compiuto notevoli passi in avanti. Di questo voglio ringraziare la squadra Mase e il nostro tessuto industriale ed imprenditoriale, col quale ci poniamo in posizione di grandissimo ascolto e che ha compreso le sfide che abbiamo davanti, riuscendo addirittura ad anticipare gli obiettivi su molteplici fronti. L’Italia è Paese leader in diverse filiere dell’economia circolare. Come Ministero siamo impegnati in una grande opera di sburocratizzazione e semplificazione normativa. Abbiamo accelerato sugli impianti per le rinnovabili, presto arriveranno le comunità energetiche, le aree idonee e il nuovo decreto Fer. Dobbiamo essere agili e veloci e, come dico sempre, in grado di spendere le risorse che abbiamo.

Nello specifico, quali risultati ad oggi?

Circolarità e decarbonizzazione. Stiamo lavorando con gli investimenti Pnrr per migliorare la rete impiantistica di trattamento dei rifiuti e finanziare progetti innovativi per il riciclo di plastiche, Raee e cartone. Su questo fronte, abbiamo già aggiudicato oltre 2 miliardi a Comuni e imprese per nuovi impianti. Abbiamo approvato la Strategia nazionale per l’economia circolare e stiamo lavorando con le organizzazioni industriali per ridurre gli oneri amministrativi, incentivare l’utilizzo di materiali riciclati e materie prime seconde, semplificare la disciplina sulla cessazione della qualifica di rifiuto, accelerare le bonifiche, rendere ambientalmente sostenibili gli acquisti pubblici. Sulla decarbonizzazione, abbiamo guidato l’affermazione a livello internazionale dei biocarburanti, la cui produzione andrà ora sostenuta, come già fatto per il biometano. A questo proposito, sono in arrivo oltre 200 milioni per la conversione delle ex raffinerie in bioraffinerie. Per i settori hard to abate, più complessi, sosteniamo l’introduzione dell’idrogeno.

Le ultime direttive UE, intanto, creano perplessità. Come chiedere a famiglie che non riescono ad arrivare a fine mese di adeguare la propria abitazione entro tempi così brevi?

E’ la tesi che sosteniamo ai tavoli Ue. Abbiamo davanti la sfida di riqualificare il patrimonio immobiliare con la consapevolezza che non esistono bacchette magiche. Al negoziato portiamo una proposta pragmatica per conciliare obiettivi, tempi giusti e soprattutto sostegno finanziario da parte degli Stati membri e dell’UE. Le prossime elezioni europee saranno cruciali per ricalibrare la strategia.

Non si rischia che il patrimonio immobiliare vada in mano a pochi fondi?

Dipende dai Paesi, in ognuno c’è una realtà immobiliare diversa. In Italia, dove oltre il 70 per cento delle famiglie è proprietario della casa in cui vive, rischiamo una pesante svalutazione del patrimonio immobiliare, una contrazione sul mercato del credito e, per di più, il blocco degli affitti e delle compravendite, come previsto dalla direttiva per gli edifici non performanti.

Questione energetica, il conflitto in Israele comporterà ulteriori aumenti alle bollette?

L’Italia ha già assunto e rafforzerà il ruolo di hub energetico del continente. L’energia italiana è l’energia europea e i rifornimenti via tubo di gas e idrogeno dal medio oriente sono al sicuro. Con Israele lavoriamo per la costruzione dell’EastMed, con cui trasportare gas e idrogeno. Dallo scoppio del conflitto russo-ucraino abbiamo comunque raggiunto una diversificazione di fonti e fornitori per cui non dobbiamo più temere crisi come quella dello scorso anno.

Oggi più che mai occorre diversificare le fonti. A che punto siete con il nucleare?

Per decarbonizzare l’intero sistema energetico italiano, garantendone sicurezza e stabilità, non possiamo non ragionare di nucleare, senza isterie ma con la consapevolezza delle opportunità di sviluppo che la ricerca scientifica e tecnologica oggi ci offrono. Le imprese ci sono, le istituzioni ci sono. Con la Piattaforma nazionale per un nucleare sostenibile gettiamo le basi per mappare le potenzialità nel nostro Paese e adeguare il contesto giuridico normativo.

Salvini, dopo l’incidente a Mestre, ha sollevato dubbi sull’elettrico. Non si rischia di passare dalla dipendenza russa a quella cinese?

Dubbi condivisibili quelli di Salvini, realistica ma da scongiurare la seconda ipotesi. E’ per questo motivo che ci stiamo battendo in Ue sull’automotive. Il successo del Governo italiano sugli euro 7 ne è riprova. Lavoriamo alla tutela dell’ambiente, ma non transigiamo sulla difesa del nostro tessuto industriale, delle nostre famiglie e della competitività del nostro Paese.


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