Il prezzo del gas non sale ma solo un inguaribile ingenuo tirerebbe un sospiro di sollievo. Perché quello che conta è ciò di cui si parla. E si torna a parlare di price cap e di disaccoppiamento del prezzo del gas e dell’elettricità. Espressioni che erano trend topic ai tempi dell’impennata dei prezzi del 2022. E se è vero, come lo è, che i segni sono per chi sa intenderli, non basta lasciarsi incantare dai numeri delle quotazioni che rimangono (per ora) sotto i 50 euro al Mwh. Anche perché intanto è aumentato, senza alcuna ragione plausibile come hanno denunciato i consumatori del Codacons, i prezzi del carburante. Rincari fino a tre centesimi al litro per la benzina che risentirebbe, come riporta Staffetta Quotidiana, dell’aumento dei costi per la miscelazione dei biocarburanti. Insomma, nell’attesa che le bollette si arroventino già è salito il prezzo dei carburanti, intanto che il ministro all’Ambiente e Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin ha svelato l’idea di un’intesa con la Germania per riportare al centro del dibattito europeo un tetto ai costi del gas, appunto il price cap, e il tema del disaccoppiamento tra gas ed elettricità. Perché ora, a soffrire, non sarebbero soltanto le famiglie ma soprattutto le imprese. Che rischiano di vedersi spazzate fuori da ogni criterio di competitività. Con tutti i danni che ne deriverebbero. Non solo economici ma politici e sociali. Tutto questo si potrebbe ancora evitare: basterebbe che la politica si riprendesse il ruolo che le compete e iniziasse a combattere la speculazione, una volta tanto.