G7 Interni, con i conflitti cresce il rischio attentati
Intervenendo in apertura dei lavori G7 Interni in corso a Mirabella Eclano, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha evidenziato il nesso tra gli scenari bellici e il crescente rischio di attentati. Pur chiarendo che per quanto riguarda l’Italia è più opportuno parlare della necessità di una “grande attenzione” e non di una situazione di allarme per quanto riguarda il rischio di attacchi terroristici o di episodi violenti in qualche modo legati ai conflitti in corso, il ministro Piantedosi ha evidenziato che comunque “dopo gli attacchi delle ultime ore contro le ambasciate israeliane in Scandinavia cresce il livello di allerta”. Inoltre, le autorità di pubblica sicurezza sono state allertate anche in vista delle manifestazioni non autorizzate che sono state annunciate per sabato. Dal summit del G7 Interni, il titolare del Viminale, riferendosi ancora alle due guerre in corso in Medio Oriente e in Ucraina, ha spiegato che “questi due conflitti stanno contribuendo a generare una polarizzazione all’interno delle nostre società, incrementando il rischio che alcuni soggetti aderiscano ad ideologie violente ed estremistiche, arrivando a commettere atti terroristici nei nostri territori. Non possiamo farci trovare impreparati e dobbiamo affinare la capacità di prevenire e rispondere efficacemente a queste minacce”, ha precisato Piantedosi. Insomma, per quanto riguarda il pericolo che i conflitti in corso possano degenerare al punto di provocare dei veri e propri attentati di matrice terroristica in Italia il rischio è considerato basso. C’è però l’eventualità che singoli individui o gruppi organizzati possano inscenare proteste potenzialmente violente e prendere mi mira specifici obiettivi sensibili, con tutte le criticità per la sicurezza che ne conseguono.
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