Economia

Il G7 bacchetta la Cina: “Stop pratiche commerciali scorrette”

di Giovanni Vasso -


Altro che i negoziati invocati da Olaf Scholz, dopo il caso dei dazi Ue sull’auto elettrica cinese arriva un’altra “stangata” dal G7 contro la Cina. Proprio sulle Bev e, più in generale, sulle tecnologie green, dai Sette Grandi riuniti a Borgo Egnazia, arriva una bacchettata che rischia di inasprire ancora di più gli animi. Nel mirino la lotta della supply chain, il controllo sui materiali decisivi e critici per le filiere green e tech, su cui c’è un confronto importante che, ormai, è diventato palese, alla luce del sole, da qualche anno a questa parte.

Nella dichiarazione finale del G7, infatti, si chiede alla Cina di “astenersi dall’adottare misure di controllo delle esportazioni, in particolare di minerali critici che potrebbero portare a significativi malfunzionamenti della catena di approvvigionamento globale”. L’impegno delle potenze occidentali sarà quello di rafforzare “gli sforzi diplomatici e la cooperazione internazionale, anche nel World Trade organization, per incoraggiare pratiche corrette e costruire la resilienza alle forzature economiche”. Il tema è centrale per la tenuta delle economie occidentali, difatti i governi del G7 “continueranno ad adottare le azioni necessarie ed appropriate per proteggere i nostri lavoratori e le nostre imprese da pratiche scorrette, per livellare il campo da gioco e per porre rimedio ai effetti negativi in corso”. A Pechino, poi, si è chiesto di “mantenere il suo impegno ad agire responsabilmente nel cyberspazio mentre continua la lotta contro le attività che originano dalla Cina e che minacciano la sicurezza e la privacy dei nostri cittadini”.


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